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Luporini, oltre Gaber un mare d'ansia

Luporini, oltre Gaber un mare d'ansia

Alle Terme di Diocleziano a Roma 80 dipinti dello scrittore

ROMA, 10 giugno 2016, 18:27

Nicoletta Castagni

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Mari plumbei solcati da velieri o navi da guerra, la sabbia bagnata che sembra quasi vera, un cielo mai azzurro, neanche quando è invaso dai colori del carnevale: trasudano di ansia straniante i dipinti di Sandro Luporini, esposti da domani all'11 settembre negli spazi del Museo Nazionale Romano-Terme di Diocleziano. Per oltre 40 anni compagno di strada di Giorgio Gaber, con il quale ha collaborato fino al 2003, anno della morte del cantante, lo scrittore si è anche dedicato alla pittura fin dagli anni '50, realizzando un percorso segnato dalla figurazione e dalla ricerca ininterrotta della propria identità.
Presentata oggi alla stampa, 'Sandro Luporini. Pittore Scrittore' stata ideata e curata da Philippe Daverio con lo scopo di rappresentare l'opera dell'artista viareggino che, con discrezione e rigore, testimonia continuità e impegno intellettuale. Ma soprattutto una indiscutibile ambivalenza tra linguaggi, letterario e pittorico, che fa definire ''il suo itinerario genialmente ambiguo''. ''Spetta a noi scoprire - ha aggiunto Daverio - il punto di congiunzione delle due parallele, che sta forse posto all'infinito, nell'accertamento vago tra un punto terminale e fatale, dove il caos si dissolve nella metarealtà''.
Un percorso spiazzante, scandito dalle 80 opere realizzate da Luporini dal 1974 al 2008, quando, ha spiegato l'artista, ''ho terminato di dipingere, sostanzialmente perché i quadri mi venivano ormai tutti uguali. Magari tanti maestri del '900 italiano avessero fatto la stessa cosa''. In dialogo con le erme, i mosaici, i crateri del Museo delle Terme di Diocleziano, le piccole tele sembrano tutte finestre su un mondo permeato da ansia sospesa, il mare cupo e calmo e le persone che solitarie o in piccoli gruppi attraversano la spiaggia con i cani, distratti dal volo dei gabbiani. ''A Luporini per dipingere il suo mare non interessa il bel tempo - dice Daverio - la sua è una pittura sciroccosa'', anche se la distesa d'acqua è sempre immobile e si perde all'infinito.
Un mare del nord, che si colora solo quando ''Luporini si ricorda del Carnevale'' e, come se fossero coriandoli, i colori scendono sulla spiaggia. Tanti clown, palloni bianchi e rossi, balene volanti, carri mascherati, eppure ''in tutti questi colori c'è il senso della morte'', aggiunge l'artista, che nella sua produzione pittorica non ha mai abbandonato la figurazione.
''Luporini sa dipingere, e lo fa col pennellino fine dell'espressione che contraddistingue ogni sua opera'' , prosegue il curatore sottolineando però come l'artista conosca bene anche le tecniche dell'astrattismo. La sua è infatti un'arte materica, in cui lavorando con la spatola e il colore riesce a creare effetti di iperrealismo, capaci a loro volta di enfatizzare il limite sempre varcato tra sogno e realtà.
Non a caso, Luporini conferma l'influsso di Federico Fellini, anche se le sue non sono vere e proprie visioni oniriche, ma nega decisamente l'influenza di Giorgio Gaber in questa sua produzione, centellinata nei decenni. ''Facevo un quadro l'anno'', racconta e spiega che non è mai stato sollecitato dal mercato. Dai primi anni '80 i suoi dipinti e la grafica sono stati tutti affidati all'Adac di Modena, presieduta da Adriano Primo Baldi, in un rapporto esclusivo che dura tuttora. E che l'ha preservato da meccanismi che forse avrebbero messo a rischio la sua più autentica e profonda ispirazione.
Negli ultimi quadri, realizzati nel 2007 e 2008, non c'è nessuna flessione della qualità rigorosa e sempre perseguita. Come finestre aperte sul mare questa volta agitato e spumeggiante, i 'cavalloni' versiliesi sembrano quasi una promessa di una ripresa futura.

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