Nel cuore della città di
Fabriano, in Zona Conce, un'esposizione fotografica senza
precedenti aprirà le sue porte al pubblico dal 14 dicembre al 26
gennaio 2025. La mostra intitolata 'Una vita immaginata',
dedicata al celebre fotografo marchigiano, Angelo Mezzanotte, è
curata da Aurora Monachesi. La retrospettiva, composta da
sessanta immagini, in bianco e nero e a colori, provenienti
dall'Archivio Fotografico dell'autore sarà inaugurata 14
dicembre alle ore 17:00. La mostra riassume i momenti più
significativi della sua evoluzione artistica, tecnica e
spirituale. L'obiettivo è quello di raccontare nella maniera
più esaustiva possibile, una storia che lui stesso nel corso
degli anni sentiva il bisogno di condividere: un cammino
difficile e tormentato, ma sempre diretto verso la vetta con il
desiderio di trasmettere agli altri un messaggio di infinito e
di speranza. Il visitatore ha la possibilità di fare un viaggio
allegorico nel mondo interiore dell'artista che, attraverso
l'indagine fotografica sull'uomo e sulla maestosità della natura
ha rivelato la sua sensibilità umana. In molte fotografie si
legge il senso del cammino e della trasformazione: come se
l'uomo fosse costretto da una forza invisibile a cercare la
propria origine. Un pellegrinaggio di coscienze animate da
un'energia che le spinge ad affrontare l'ignoto, uomini e donne
sferzati dal vento contrario o immersi nella solitudine, dove il
silenzio è rotto da un grido interiore e ancora, mani operose
capaci di trasformare in forma la materia, sguardi intensi e poi
sorrisi. Ritratti dai tagli prospettici efficaci al punto in cui
le linee direzionali degli sguardi permettono di risalire alle
emozioni provate dal soggetto e al tempo stesso dal fotografo.
Angelo Mezzanotte sapeva accogliere i vissuti dell'altro senza
la presunzione di voler cambiare o risolvere la vita di chi
incontrava, specchiandosi negli altri per capire se stesso.
Ogni opera contiene una complessa tela di rimandi e legami
interni, rintracciabili anche in controluce che si concretano in
affascinanti ed eterei paesaggi, permeati da un alone di
misticità contemplativa. Il tutto è costruito con ricercate
prospettive, inquadrature che da un campo lungo arrivano al
dettaglio con magistrali dosaggi di superfici colorate. Dunque
lo sforzo che si richiede all'osservatore, è quello di non
fermarsi di fronte alle emozioni suscitate dalle fotografie, ma
di sfondare quella piacevole barriera per scoprire la
possibilità di riflettere sui percorsi che conducono alla quiete
interiore e all'integrazione del Sé.
"Una volta i fotografi, specialmente gli ambulanti, venivano
chiamati molto suggestivamente 'pellegrini del sole'. Da parte
mia, penso di aver ampiamente onorato simile appellativo, fino a
quando la curiosità per il nuovo, per la diversità, non si è
mutata nella meraviglia della "riscoperta", facendomi vedere ciò
che avevo fino ad allora solo sfiorato con lo sguardo" scriveva
Angelo Mezzanotte. Nel 2009 a sessantasei anni, lasciò
incompiuto il suo ultimo progetto, un volume fotografico che
avrebbe raccontato la sua vita esclusivamente attraverso le
immagini, dal titolo "Una vita immaginata". Negli ultimi anni,
si chiedeva se realmente aveva vissuto o semplicemente
immaginato ciò che il ricordo gli riconduceva. E forse, proprio
nella volontà di dissipare simile dubbio, la sua indole lo
spinse verso il mestiere di fotografo, con lo scopo di fornire
alla memoria un valido ausilio.
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