Dopo le polemiche, culminate in una
diffida, sulla descrizione in mostra di una delle sculture
simbolo del Futurismo, Forme Uniche della continuità nello
spazio di Umberto Boccio, la Gnam, che ha organizzato la mostra
Il tempo del Futurismo, è pronta a ritirare l'opera
dall'esposizione e restituirla al proprietario.
"Prendo atto del sopravvenuto dissenso sulla dizione della
didascalia" e "laddove lo ritenga opportuno, la invito a
prendere contatti con la segreteria per il ritiro dell'opera in
questione" ha infatti scritto la direttrice della Galleria
Nazionale Renata Cristina Mazzantini al collezionista Roberto
Bilotti Ruggi d'Aragona, proprietario dell'opera custodita dalla
Gnam, rispondendo alla diffida che le è stata recapitata a
correggere la didascalia della scultura definita dal
proprietario "fuorviante" e "peggiorativa" del suo reale valore.
Nella risposta alla diffida la Gnam ricorda a Bilotti che la
dizione scelta per la descrizione dell'opera era stata scelta
dal "comitato organizzatore e dal curatore della mostra" ma che
la stessa dizione era stata "da Lei comunque accettata all'atto
della sottoscrizione della scheda di prestito". Per Bilotti, che
ha anche diffidato la Gnam dall'includere la descrizione
dell'opera come "riproduzione" nel catalogo della mostra, e che
contesta questa sovrapposizione tra scheda di prestito e
descrizione dell'opera nell'esposizione, la scultura sarebbe
stata prima rimossa o comunque spostata dalla collocazione
centrale che le era stata attribuita fino al momento della
diffida, e poi ricollocata. Dalla Gnam per ora assicurano che
l'opera è ancora in mostra.
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