"Mi sono sentito come Nosferatu di Murnau. Un vampiro d'amore per la mancanza dell'affetto della madre. È una storia semplice, primordiale, Riccardo deve amare ed essere amato e per lui conta poco se siano uomini, donne o ragazzine". Così Massimo Ranieri racconta a Torino il suo personaggio in 'Riccardo va all'inferno', musical noir di Roberta Torre passato al Torino Film Festival nella sezione fuori concorso After Hours e in sala dal 30 novembre distribuito da Medusa in circa 100 copie.
Il cantante-attore, totalmente rasato e con voce cupa, è perfetto in questo personaggio shakespeariano maledetto anche dalla sua stessa natura, immerso come è in questo musical dark - psichedelico, rivisitazione pop del Riccardo III di Shakespeare. E se Ranieri, in questo film con le belle musiche e canzoni di Mauro Pagani, interpreta il temibile Riccardo Mancini, non manca l'alter ego al femminile, una Sonia Bergamasco (con maschera), nei panni della potente Regina Madre tessitrice di equilibri perversi. Tutto si svolge a Roma, in una sorta di regno immaginario del quartiere di Tiburtino Terzo. È qui che approda, dopo anni di cure psichiatriche, Riccardo che vuole fare la scalata al potere all'interno della sua nobile famiglia che gestisce il malaffare.
Una scalata che si nutre sia di trame nell'ombra come di assassini ogni volta che qualcuno ostacoli il suo percorso verso il potere. Nel cast anche: Silvia Gallerano, Ivan Franek, Silvia Calderoni, Teodoro Giambanco, Michelangelo Dalisi, Antonella Lo Coco, Matilde Diana, e Tommaso Ragno e I Freak Rocco Castrocielo, Melania Giglio, Anita Pititto, Ro' Rocchi, Stella Pecollo e Alessandro Pezzali.
Da Ranieri a Torino una sincera difesa di questo film: "Sono appassionato di cinema e vedo così tanti film, ma questo Riccardo va all'inferno è un tipo di lavoro che non si vede mai in Italia, un film sfacciatamente sfidante". "Ho sempre inseguito il desiderio di portare al cinema il Riccardo Terzo di Shakespeare e farne un musical-drama - spiega Roberta Torre regista di 'Tano da morire' - . L'avevo già messo in scena a teatro nel 2013 con il titolo Insanamente Riccardo Terzo. Per il film ho pensato a un Massimo Ranieri come un Riccardo calvo e luciferino e alla Bergamasco per il ruolo della Regina Madre con un trucco che la invecchiasse di trent'anni".
Per quanto riguarda il linguaggio, dice la Torre:"abbiamo lavorato lungamente sui dialoghi originali di Shakespeare cercando di mescolarli con un linguaggio quotidiano che fosse credibile, ma niente dialetto". Bellissima, infine, la battuta presa a prestito da Marta Marzotto e detta dalla Regina Madre nel film: "L'unico perdono possibile resta sempre la Vendetta".