"Del cinema di Risi, Scola e Antonioni e di loro come persone si è detto molto, ma le donne, le attrici dei loro film, riescono ad avere una prospettiva originale e sanno mettere in luce qualche aspetto in più". Lo dice all'ANSA Gianfrancesco Lazotti, per spiegare come sia nato 'Muse e dei', il documentario in prima mondiale alla Festa del Cinema di Roma, che raccoglie gli sguardi su Risi, Scola e Antonioni, delle muse che li hanno ispirati.
Tra le interpreti presenti nel film non fiction, con nuove interviste o materiale d'archivio, Ornella Muti, Alessandra Panaro, Catherine Spaak, Fanny Ardant, Isabella Ferrari, Giovanna Ralli, Stefania Sandrelli, Lucia Bosè e Monica Vitti.
La scelta delle attrici per Scola "è stata quasi naturale, visto che ha avuto una complice fin da quando era solo sceneggiatore per Io la conoscevo bene, Stefania Sandrelli". Ne compongono il ritratto anche Isabella Ferrari e Giovanna Ralli, "che ha fatto anche uno dei suoi film più belli, C'eravamo tanto amati". Con Risi (di cui Lazotti è stato aiuto regista) "non c'era una musa vera e propria, eppure Ornella Muti, Alessandra Panaro, Catherine Spaak che ci hanno lavorato ai loro esordi, da 16enni, in tre stagioni diverse della vita di Dino, dicono su di lui cose molto acute e vere, come la sensazione che nascondesse un mistero".
Per Antonioni gli aneddoti e le riflessioni sono affidati principalmente a Caterina d'Amico, figlia della sceneggiatrice Suso Cecchi D'Amico, a lungo collaboratrice del cineasta, e ad alcune preziose interviste d'archivio di Monica Vitti, fra cui una con una tv francese, nella quale ricorda il loro primo incontro in sala di doppiaggio: "Tra noi dopo è stato naturale, io ho bisogno di lavorare e vivere con l'uomo che amo - spiega -. Sul set con lui ero completamente libera. Credo non mi abbia mai detto come dovessi recitare".
"Dino le donne le ha raccontate un po' tutte, attraverso il mestiere; Antonioni si è immerso nella loro complessità; quelle del cinema di Scola le chiamo le donne senza trucco. Lui ne cercava l'anima, spogliandole di ogni maschera" dice Lazotti. 'Muse e dei', prodotto da Surf Film e Tikkun Productions in associazione con Istituto Luce - Cinecittà (anche distributore) e con Stefano Libassi per Movietime, "è parte di un progetto con la Francia. Loro stanno realizzando tre documentari su Bunuel, Chabrol e credo Resnais. Nell'idea dovremmo proseguire, ci sono ancora tanti maestri del cinema italiano, da Monicelli a De Sica, che mi piacerebbe raccontare in questa chiave".
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