(ANSA) - GIFFONI VALLE PIANA, 27 AGO - "Non nascondiamo i nostri difetti, cerchiamo di accettarci per come siamo". È l'invito che ha rivolto l'attrice Benedetta Porcaroli ai giovani giurati del Giffoni Film Festival. "Quello del body shaming è un argomento che inizia a innervosirmi. Soprattutto sui social, tutte abbiamo la cellulite. Facciamo un movimento intellettuale che vada oltre i filtri e solo così possiamo cambiare insieme".
Il ruolo di Chiara, nella serie Baby (la cui ultima stagione uscirà il 16 settembre sulla piattaforma Netflix) che racconta lo scandalo delle baby squillo dei Parioli, è il personaggio che la 22enne romana sente più suo. "Da bambina frequentavo quelle zone e quando mi hanno proposto questa serie ero contenta - ha spiegato -. Da una parte c'era un forte coinvolgimento e dall'altra quella voglia di rendere giustizia a una vicenda così complessa. Non immaginavamo un successo così travolgente, il lato malinconico e disincantato di Chiara è forse un po' lo stesso mio". E poi alla domanda su quale sia l'esperienza che l'abbia maggiormente influenzata risponde: "Sicuramente il cinema e la tv hanno un approccio diverso. La serialità sta prendendo il sopravvento. 'Tutto può' succedere' mi ha formato ed è stato una scuola di vita ma 'Baby' mi ha dato la possibilità di essere conosciuta in tutto il mondo e di interpretare un ruolo femminile molto complesso e intenso". Ai giovani di Giffoni, l'artista ha raccontato anche che "non avevo mai pensato di fare l'attrice . È stata la mia salvezza, non mi aspettavo tutto quello che mi è successo e ripensarci mi fa un effetto strano. Un provino per una serie e il mese dopo hai un contratto di esclusiva per quattro anni. Mi sono ritrovata su un set senza immaginare minimamente quello che sarebbe successo, è stato un meraviglioso salto nel vuoto". Dal festival del cinema, infine, la Porcaroli ha raccontato anche la sua esperienza in '18 regali'. "Con Francesco Amato siamo andati a trovare Anna, la figlia di Elisa Girotto e suo papà Alessio e questa è stata un'esperienza davvero molto forte, un legame importante. Essendo una storia vera avevamo un forte senso di responsabilità".
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