Un poliziesco insolito, dove
l'aspetto umano supera quello professionale fino a portare a una
scelta di coscienza addirittura contro la propria divisa.
Oppure, a seconda dei punti di vista, onorandola davvero pur
infrangendo le regole. Una storia che tra risse, violenze
domestiche, vita da commissariato e drammi personali dei
protagonisti, incrocia il tema quanto mai attuale dei
richiedenti asilo e dell'accoglienza.
Si snoda attorno a questi temi il film francese "Police",
proiettato in anteprima ieri sera al Bif&st, il Bari
international film festival, e per il quale la regista, la
lussemburghese Anne Fontaine, è stata insignita del premio
Federico Fellini per l'eccellenza cinematografica. La regista
non ha ritirato il premio ma ha mandato al pubblico del Bif&st
un videomessaggio di saluti e ringraziamenti.
Il film, tratto da un romanzo di Hugo Boris e già proiettato in
anteprima mondiale a Berlino, è passato ieri sul maxischermo
dell'arena all'aperto allestita in piazza della Libertà a Bari.
La trama racconta la giornata di tre agenti di polizia di
Parigi, Virginie (Virginie Efira), Erik (Grégory Gadebois) e
Aristide (Omar Sy) al termine della quale, chiamati per un
intervento straordinario durante una rivolta in carcere, vengono
incaricati di scortare fino all'aeroporto Charles de Gaulle un
immigrato clandestino, perché deve essere rimpatriato in
Tagikistan dopo il rigetto della sua richiesta di asilo. Mentre
viaggiano verso l'aeroporto scoprono le torture subite dal
prigioniero e il rischio che, facendo ritorno nel suo Paese,
venga ucciso. Sapendo ciò, Virginie dovrà fare i conti con un
esame di coscienza e cercherà di convincere i suoi due colleghi
a permettere all'uomo di fuggire e salvarsi.
Il viaggio notturno finale nell'auto di servizio, dal carcere
all'aeroporto, arriva però solo al culmine di una serie di
eventi che servono allo spettatore per comprendere lo stato
d'amico dei tre agenti di polizia. Il film è strutturato
inizialmente in capitoli descrittivi di ciascuno dei tre
protagonisti. L'ultimo, il quarto, riguarda poi il misterioso
prigioniero, interpretato dall'attore iraniano Payman Maadi,
sulla cui sorte si gioca l'epilogo della storia.
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