Il giardinaggio è credere nel futuro e sperare che le cose si compiano secondo un preciso piano.
Inizia così Il maestro giardiniere, imperdibile thriller filosofico e di redenzione a firma di Paul Schrader che dopo un passaggio a Venezia approda in sala con Vision Distribution dal 14 dicembre.
Di scena la storia del giardiniere Narvel Roth (Joel Edgerton), meticoloso e silenzioso esperto nel suo campo, capace di prevedere tutto e tutto conoscere in quanto a semi e piante.
È al servizio di Norma Haverhill, una ricca, anziana e dittatoriale vedova della Louisiana (Sigourney Weaver) che lo ha assoldato e lo protegge.
Tutto procede secondo i ritmi della natura, tra meravigliose e rare orchidee, camelie Middlemist e Fire Lily, il giglio di fuoco. Narvel e la squadra di giardinieri al suo servizio sono ormai pronti per l'asta di beneficenza, quando l'equilibrio si spezza. Arriva infatti a scompigliare tutto nella squadra la giovane e bella pronipote di Norma Haverhill, Maya Core (Quintessa Swindell).
La ragazza ha un passato di tossicodipendenza e amici poco raccomandabili, e lo stesso Narvel Roth ha un passato di tutto rispetto come raccontano bene i tatuaggi sul suo corpo, ha infatti fatto parte di un'organizzazione neo-nazista, i Proud Boys ed ora è sotto copertura. Insomma una miscela che non mancherà di far esplodere questo film nella sua deriva thriller e action.
"Sono ossessionato dal personaggio di Travis Bickle, il ruolo di De Niro in Taxi Driver - ha detto al Lido Paul Schrader, sceneggiatore di Taxi Driver e Toro Scatenato e regista di film cult come Hardcore e Lo spacciatore -. Un personaggio che riprende vita nel Maestro giardiniere vestendo i panni di Narvel Roth. Non ci posso fare nulla - ha spiegato -, questo personaggio continua a comparire nei miei film e invecchia insieme a me, ma allo stesso tempo evolve. Nel caso di Narvel Roth è come un uomo solo seduto in una stanza con una maschera in volto, ovvero il suo lavoro di giardiniere, in attesa che accada qualcosa. E poi qualcosa inevitabilmente accade".
"Il giardino è oggetto di metafora - ha sottolineato ancora Schrader, 77 anni -. In fondo tutto inizia in un giardino, quello dell'Eden. Ma qui c'è anche un uomo che deve nascondersi, come è un po' per tutti i miei personaggi, e che ha un passato complicato da farsi perdonare. Ho fatto parte di una generazione che ha scritto cose molto violente, ma ora appartengono al passato. Dentro di me c'è sempre stata l'idea delle redenzione cristiana. E questo anche attraverso il sangue e la sofferenza di Cristo. 'Non voglio lasciare il mondo senza aver mai detto ti amo' questo vuole dire in fondo Il maestro giardiniere".
La scelta di Edgerton? "È una sorta di Robert Mitchum contemporaneo, uno comunque che non vorresti incontrare in un bar di notte"
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