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La danza di Samuel Beckett tra humor nero e tragedia

La danza di Samuel Beckett tra humor nero e tragedia

Arriva il biopic sul grande autore interpretato da Gabriel Byrne

ROMA, 21 gennaio 2024, 20:16

di Alessandra Magliaro

ANSACheck

La danza di Samuel Beckett tra humor nero e tragedia - RIPRODUZIONE RISERVATA

La danza di Samuel Beckett tra humor nero e tragedia -     RIPRODUZIONE RISERVATA
La danza di Samuel Beckett tra humor nero e tragedia - RIPRODUZIONE RISERVATA

Stoccolma 1969, il Premio Nobel per la letteratura va a Samuel Beckett. Seduto elegante in platea con la moglie Suzanne, le lancia uno sguardo ed esclama 'è una catastrofe'. È l'inizio di Prima Danza, Poi Pensa, il biopic sul grande drammaturgo irlandese diretto da James Marsh e con mattatore Gabriel Byrne che dopo la premiere al festival di Torino arriva in sala dal 1 febbraio con Bim. Il film, che vede nel cast anche Sandrine Bonnaire, Fionn O'Shea, Aidan Gillen, Bronagh Gallagher, Robert Aramayo, racconta tutta la vita dell'autore di Aspettando Godot, Finale di partita, Commedia, Giorni Felici, a partire dal rapporto da bambino con l'anaffettiva e esigente madre per proseguire con l'amicizia con James Joyce, l'impegno durante la resistenza nella Parigi occupata dai nazisti, l'amore di una vita con Suzanne Déchevaux-Dumesnil sposata solo nel 1961 e quello senile per Barbara Bray, sceneggiatrice della Bbc. Scritto da Neil Forsyth, Prima Danza, Poi Pensa è un classico film biograficoche dimentica volutamente alcuni episodi (come la relazione con l'ereditiera Peggy Guggenheim), ma introduce al mondo di Beckett provando a restituirne humor nero, profondità intellettuale, attingendo per i dialoghi al patrimonio artistico di uno dei quattro grandi dublinesi con Wilde, Joyce e Yeats (tutti insieme nel libro del critico letterario Richard Hellman in uscita il 2 febbraio per Odoya). Nel film, che ha diretto il regista premio Oscar di Man On Wire e La teoria del tutto, è lo stesso grande autore Beckett a rievocare alcuni eventi fondamentali della sua vita, pensando a chi vorrebbe lasciare i soldi del Nobel. Di fronte a lui, in un dialogo immaginario, c'è il suo doppio o meglio la sua coscienza che lo pungola su tutte le miserie umane che hanno riguardato anche lui. I suoi rimpianti, la sua codardia, ma anche la sua grandezza di indagatore dell'anima. "Ci siamo concentrati sui temi della vergogna e del senso di colpa perché erano i temi su cui lui si concentrava. Li ha affrontati nelle sue opere, nelle sue lettere, nelle interviste con le persone che hanno conosciuto Beckett, hanno dominato il suo pensiero e la sua visione dell'umanità, quindi li abbiamo presi, potenzialmente rubati (ridendo), e li abbiamo inseriti nel film" ha detto lo sceneggiatore Forsyth. In Prima Danza, Poi Pensa ci sono anche episodi poco noti della biografia di Samuel Beckett: l'accoltellamento in un vicolo di Parigi ad esempio e anche la sua partecipazione attiva alla Resistenza. Dice il regista James Marsh: "Il film è un racconto di fantasia, scherzoso e spesso struggente, incentrato anche sulla vita emotiva dell'autore. È un film su un intellettuale, un gigante della letteratura, ed è ancorato sulla passione ed il sentimento, non sulla noiosità delle idee o sulla sterilità della critica letteraria. Beckett stesso è energico in questa rappresentazione, risoluto, padrone di sé e sicuro delle sue azioni ma tormentato dai sentimenti di colpa e vergogna per il suo egoismo ed il dolore che aveva causato a coloro che amava. Il nostro Beckett è pieno di auto-ironia ed il suo rapporto con James Joyce spesso sconfina nelle migliori commedie degli equivoci. Il film - prosegue - ha una struttura provocatoria ed alcune strategie immaginative come si addice ad un autore che ha avuto un'influenza radicale e potente sulla scrittura e il teatro del ventesimo secolo".

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