"Se indovini la copertina non
funziona solo in Italia, può andare ovunque. Non devi solo
raccontare il dibattito, lo devi generare. E questo una
copertina lo può fare". Da quella con Gianna Nannini e pancione
in vista a Tiziano Ferro che si rivela come non mai e poi le
"tante" Monica Bellucci, Miriam Leone nella sua Sicilia, gli
scatti d'autore di Nicolas Winding Refn o quella con Madonna:
come racconta il suo direttore, Simone Marchetti, questo è il
modo di essere e di "esserci" di Vanity Fair, il settimanale di
Condé Nast lanciato in Italia nel 2003, che per i suoi primi 20
anni si regala un docufilm: Cover Story 20 anni di Vanity Fair,
per la regia di Cosimo Alemà che lo ha scritto insieme a Matteo
Menduni, in arrivo al cinema il 29, 30 e 31 gennaio.
Prodotto da Condé Nast ed Emma Film e distribuito da Adler
Entertainment, è un ritratto di vent'anni di giornalismo,
costume, spettacolo e cultura del nostro Paese. "Conoscevo la
rivista come chiunque - racconta all'ANSA il regista - Per il
film, però, ho iniziato a 'studiarla' e a metterla in
prospettiva con questi ultimi vent'anni". Tra servizi
fotografici e interviste, ecco dunque una passerella che
racconta il gotha di talent e celebrity, con anche Kasia
Smutniak, Annalisa, Anna Wintour, Pierfrancesco Favino, Drusilla
Foer, Raffaella Carrà, Chiara Ferragni (per citarne davvero solo
alcuni). E poi i direttori: Carlo Verdelli, Luca Dini, Daniela
Hamaui e, dal 2018, Simone Marchetti. E i temi che Vanity ha
promosso e testimoniato: emancipazione femminile, sostenibilità,
impegno politico, passione per il cinema, l'inclusione e il
dialogo con tutte le diversità. "Abbiamo poi deciso - prosegue
Alemà - di intrecciare questo racconto con quello dell'estate
2023 della rivista", tra riunioni di redazione, eventi come
Valentino al Chateau de Chantilly e il numero speciale diretto
da Michela Murgia, due mesi prima che ci lasciasse.
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