(di Giovanni Franco)
Palermo e Napoli: due città viste
attraverso gli occhi di un'insegnante polacca, nata a Danzica
ma residente con il suo partner campano nel capoluogo siciliano
da nove anni. "Ho raccontato alcuni aspetti di una quotidianità,
per molti scontata, eppure ben diversa dalla realtà della mia
città di origine. A volte sembra di assistere a rappresentazioni
teatrali a cielo aperto", afferma Agnieszka Kwiatek, 38 anni,
autrice del libro "W labiryncie południowych Włoch" / "Nel
labirinto del Sud Italia", casa editrice: Księży Młyn, in
vendita in questi giorni nella piattaforme on line, scritto per
ora in polacco ma che potrebbe essere in futuro tradotto in
italiano. Ricco di immagini di scorci non mostrati dai depliant
dei circuiti turistici tradizionali.
Kwiatek è laureata in filologia spagnola presso l'università
Adam Mickiewicz di Poznań. Le sua più grandi passioni sono le
lingue e il loro insegnamento. Amante di teatro, letteratura e
fotografia. Sostenitrice di bi/plurilinguismo e di scambi
culturali, insegna lo spagnolo nel liceo statale De Cosmi a
Palermo. Il volume è una sorta di filo di Arianna per
districarsi in quel tracciato inestricabile delle suggestioni e
dei misteri del meridione "una guida per fare scoprire "a
turisti e viaggiatori luoghi a loro inaccessibili", assicura la
curatrice del libro.
"Io sognavo la Spagna, ma dopo aver conosciuto il mio compagno
il medico napoletano Gennaro, a Danzica durante uno scambio
studentesco, ho cambiato rotta, e la mia vita adesso si divide
tra li due capisaldi di quello che fu tra il 1816 e il 1861, il
regno delle due Sicilie", racconta.
"Giunta a Napoli per amore nell'oramai lontano 2004, tutto mi
risultava così nuovo, sorprendente, incomprensibile, e come se
fosse un labirinto ci è voluto del tempo per abituarmi e non
solo per capire, ma anche rendere mie le usanze e i rituali
quotidiani," ricorda.
Il passare del tempo piano piano ha "attenuato lo stupore e
l'incredulità per la realtà, invece la scrittura e l'adozione di
uno sguardo da fuori, mi ha permesso di rivivere diverse
situazioni e di ricordare le emozioni forti che mi hanno
accompagnata", dice. Ma il testo non vuole essere, precisa ,
nostalgico. "E' un racconto su tante persone, ad esempio su
Gennaro, il vicino del secondo piano, che arrostiva chili di
carne sulle scale del nostro condominio creando una densissima
nuvola di fumo. I suoi infiniti 'favorite' si trasformavano
spesso in cene a casa sua con tutta la famiglia. - rammenta -
C'è anche descritto l'itinerario per tutto il centro di Napoli .
Lì ho scoperto un parrucchiere-pittore che mi ha tagliato i
capelli con la sigaretta in mano e Lello con un negozio nel
cuore del quartiere Forcella, pieno di clienti che ai miei
occhi, con i loro toni, gesti e aneddoti, sembrano tutte
attrici".
Per Agnieszka all'inizio del suo arrivo in Italia tutto sembrava
molto originale, "come la tradizione di dare ai neonati i nomi
dei nonni soprattutto paterni. Nomi che hanno fatto scattare
liti in tante famiglie e che hanno riempito le pareti intere dei
reparti di ginecologia creando delle vere cronache di nascite
scritte con orgoglio". Ma il Sud è anche simbolo dei sapori
della cucina tradizionale esportati in tutto il mondo". "Già e a
volte gli ingredienti per preparare le pietanze si trovano in
posti particolari: lo sa bene mia suocera che con estrema cura
percorre la città sotto i Vesuvio alla ricerca dei "fornitori
di fiducia" per potere accogliere gli ospiti domenicali con
piatti preparati a regola d'arte", dice.
"Nei capitoli dedicati a Palermo infine, - spiega - non poteva
mancare qualche personaggio di quello che fu il vecchio mercato
della Vucciria, l'indimenticabile corso in una scuola guida a
Ballarò, un esame finale piuttosto particolare e la velocità con
la quale si arriva alla conclusione che le regole del codice
stradale hanno qui un aspetto puramente teorico".
Tra i personaggi panormiti raccontati nel libro "c'è Luciano, un
violinista che a casa sua organizza cene per palermitani e
turisti che col palato degustano il suo menù gourmet e con
l'orecchio quello musicale, giacché le note accompagna le
pietanze".
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