(di Mauretta Capuano)
"Come minimamente dimostra la mia
vicenda personale, la letteratura vince sulle censure, sui
governi, è una cosa che dura di più e che è più potente". Lo
dice all'ANSA Paolo Nori al suo arrivo a Libri Come dove terrà
una lezione speciale su 'L'incredibile vita di Fedor M.
Dostoevskij' nel giorno di chiusura della Festa del Libro e
della Lettura. Nori, che all'inizio di marzo ha visto cancellato
il suo corso su Dostoevskij all'Università Bicocca di Milano,
poi ripristinato dopo le proteste scoppiate sui social spiega:
"Io in Bicocca non ci vado però ho ricevuto un centinaio di
inviti in varie istituzioni, primo fra tutti questo di Roma. E
al posto delle quattro lezioni che non ho potuto fare in
Bicocca, che poi loro avevano chiesto di allargare agli autori
ucraini, che io non conosco, ne farò una trentina in giro per
l'Italia. Una studentessa di Bicocca mi ha chiesto di andare a
fare un intervento a RadioBicocca, gestita dagli studenti e in
questo caso ci vado molto volentieri" spiega Nori che è stato
nella cinquina del Premio Campiello 2021 con la biografia
romanzata 'Sanguina ancora. L'incredibile vita di Fëdor M.
Dostojevskij' (Mondadori).
"Penso che non sia possibile censurare l'arte. In Russia nel
ventesimo secolo, sotto il comunismo, un sacco di libri erano
proibiti ed erano i libri più letti. Mi ricordo che una volta
sono andato ad abitare in una bellissima casa dietro il
Cremlino, si chiamava la casa sul lungofiume e la mia insegnante
di russo mi ha detto che c'era un romanzo su quella casa. Mi ha
chiesto se lo avevo letto e io non lo conoscevo ma lei sì, lo
aveva letto certo, era proibito. La buona letteratura e l'arte
hanno degli strumenti contro i quali non c'è governo, non c'è
legge, non c'è censura che tenga" sottolinea lo scrittore.
"Penso che la diffusione dell'arte e della letteratura russa sia
naturale. Non si può fare a meno di Dostoevskij, anche chi non
lo ha mai letto lo ha dentro di sé. Basta aver visto una puntata
del Tenente Colombo per essere stati infettati da un grammo di
Dostoevskij, perché ogni puntata del telefilm è costruita
esattamente come Delitto e Castigo. Eliminare Dostoevskij vuol
dire toglierci dei pezzi di noi stessi, è una cosa insensata".
Della guerra in Ucraina dice: "E' terribile. E' una guerra
fratricida, tra due popoli vicini. Quasi tutti i miei amici
russi hanno un parente ucraino e quasi tutti i russi hanno un
parente caro in Ucraina. A me se penso a questa guerra mi viene
da piangere". Pensa che si allargherà? "Ho studiato letteratura,
non ho nessuna competenza in geopolitica e a questa domanda non
posso che rispondere non lo so" afferma Nori.
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