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'Sorella Mafia', un saggio analizza i rapporti con lo Stato

'Sorella Mafia', un saggio analizza i rapporti con lo Stato

L'analisi di Victor Matteucci sull'intreccio con la criminalità

PALERMO, 29 novembre 2024, 12:16

Redazione ANSA

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VICTOR MATTEUCCI, 'SORELLA MAFIA.
    LE RAGIONI DI COSA NOSTRA' (MEDITER ITALIA EDIZIONI, PP. 223, COLLANA ANALISI E DOCUMENTI, EURO 15) Un libro che prende le distanze, se non da tutti, comunque da gran parte dei libri sull'argomento mafia, sostenendo la tesi che la criminalità sia congenita alle democrazie liberali e sia una funzione strutturale e inalienabile del capitalismo.
    S'intitola 'Sorella Mafia. Le ragioni di Cosa Nostra' il nuovo libro di Victor Matteucci, la cui analisi è, in gran parte, focalizzata sull'Italia, intesa come un laboratorio avanzato di ricerca e sviluppo delle tecniche di gestione dei conflitti sociali, con una sovranità limitata e una questione meridionale che ha la funzione di colonia o di terzo mondo interno. Secondo l'autore, "la collaborazione tra Stato e criminalità organizzata, in Italia, per ragioni storiche specifiche, è stata particolarmente necessaria e strategica, a partire dall'Unità d'Italia e fino ai giorni nostri".
    Un saggio che fa luce su uno scenario nel quale "in Italia - scrive Matteucci - questa condizione di sussidiarietà tra Stato e Mafia, e questa commistione tra capitali privati legali e illegali che è locale e globale, da un lato è inevitabile, dall'altro è irreversibile".
    Partendo dalla nozione di Marx, secondo cui "il criminale produce", l'autore sviluppa un'analisi in cui dimostra che la mafia, sul piano economico, è stata ed è una risorsa necessaria e strategica insostituibile per la massa di capitali di cui dispone e che immette nel circuito economico e finanziario, tanto da incidere per circa l'11- 13% sul Pil; sul piano politico, in cambio della garanzia e dei servizi che offre nella conservazione degli equilibri di potere, ha potuto sottrarre la sovranità allo Stato in molte regioni meridionali dove, ormai, governa come uno Stato nello Stato; sul piano culturale, la mafia utilizza gli stessi criteri della rendita e del parassitismo che ha mutuato dall'aristocrazia e dalla borghesia meridionale; sul piano sociale, infine, oltre a garantire l'ordine pubblico, la mafia assicura un'inclusione di massa con il reimpiego degli scarti e degli esuberi dal sistema produttivo, sia sul mercato illegale, sia sul mercato legale dove si è infiltrata con le sue imprese.
    Perciò, sottolinea Victor Matteucci, "a causa del capillare controllo sociale e del territorio, per l'incidenza e la rilevanza economica di questi capitali illegali, da cui non si può più prescindere, siamo al punto che, senza la collaborazione della criminalità organizzata, l'Italia oggi sarebbe incontrollabile socialmente, ingovernabile politicamente e insostenibile economicamente".
   

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