VICTOR MATTEUCCI, 'SORELLA MAFIA.
LE RAGIONI DI COSA NOSTRA' (MEDITER ITALIA EDIZIONI, PP. 223,
COLLANA ANALISI E DOCUMENTI, EURO 15)
Un libro che prende le distanze, se non da tutti, comunque da
gran parte dei libri sull'argomento mafia, sostenendo la tesi
che la criminalità sia congenita alle democrazie liberali e sia
una funzione strutturale e inalienabile del capitalismo.
S'intitola 'Sorella Mafia. Le ragioni di Cosa Nostra' il nuovo
libro di Victor Matteucci, la cui analisi è, in gran parte,
focalizzata sull'Italia, intesa come un laboratorio avanzato di
ricerca e sviluppo delle tecniche di gestione dei conflitti
sociali, con una sovranità limitata e una questione meridionale
che ha la funzione di colonia o di terzo mondo interno. Secondo
l'autore, "la collaborazione tra Stato e criminalità
organizzata, in Italia, per ragioni storiche specifiche, è stata
particolarmente necessaria e strategica, a partire dall'Unità
d'Italia e fino ai giorni nostri".
Un saggio che fa luce su uno scenario nel quale "in Italia
- scrive Matteucci - questa condizione di sussidiarietà tra
Stato e Mafia, e questa commistione tra capitali privati legali
e illegali che è locale e globale, da un lato è inevitabile,
dall'altro è irreversibile".
Partendo dalla nozione di Marx, secondo cui "il criminale
produce", l'autore sviluppa un'analisi in cui dimostra che la
mafia, sul piano economico, è stata ed è una risorsa necessaria
e strategica insostituibile per la massa di capitali di cui
dispone e che immette nel circuito economico e finanziario,
tanto da incidere per circa l'11- 13% sul Pil; sul piano
politico, in cambio della garanzia e dei servizi che offre nella
conservazione degli equilibri di potere, ha potuto sottrarre la
sovranità allo Stato in molte regioni meridionali dove, ormai,
governa come uno Stato nello Stato; sul piano culturale, la
mafia utilizza gli stessi criteri della rendita e del
parassitismo che ha mutuato dall'aristocrazia e dalla borghesia
meridionale; sul piano sociale, infine, oltre a garantire
l'ordine pubblico, la mafia assicura un'inclusione di massa con
il reimpiego degli scarti e degli esuberi dal sistema
produttivo, sia sul mercato illegale, sia sul mercato legale
dove si è infiltrata con le sue imprese.
Perciò, sottolinea Victor Matteucci, "a causa del capillare
controllo sociale e del territorio, per l'incidenza e la
rilevanza economica di questi capitali illegali, da cui non si
può più prescindere, siamo al punto che, senza la collaborazione
della criminalità organizzata, l'Italia oggi sarebbe
incontrollabile socialmente, ingovernabile politicamente e
insostenibile economicamente".
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