Per la prima volta Francesco De Gregori si è lasciato coinvolgere, dando "volentieri" un suo "contributo", in un libro "la cui forza è quella di non voler essere conclusivo". Un racconto per immagini e parole, con foto inedite e parole mai definitive, una storia "ancora in movimento", cominciata più di quarant'anni fa, come suggerisce il titolo, 'Guarda che non sono io', in libreria il 3 settembre, a cura di Silvia Viglietti, editrice della Svpress che lo pubblica e di Alessandro Arianti, pianista dell'artista e anche fotografo.
Per 'Guarda che non sono io' - già titolo di una famosa canzone di 'Sulla strada' - con cui è atteso venerdì 5 settembre al Festivaletteratura di Mantova, De Gregori ha aperto i cassetti di famiglia mostrando le sue foto da ragazzo quando girava "sempre con la chitarra" e "ogni occasione era buona per mettersi a suonare". Ci sono anche fogli e appunti manoscritti, compreso quello di lavorazione di 'Vivavoce', il nuovo album in uscita a novembre in cui torna alle vecchie canzoni e le restituisce alla voce di oggi, da Atlantide ad Alice.
E poi i backstage, tra cui quello del tour di Banana Repubblic nel 1979, gli incontri, i live, De Gregori in sala di registrazione nel 1971, al Chelsea Hotel a New York nel 1976, con Lucio Dalla nel 1979, con Ivano Fossati nel 1985, con Vasco Rossi nel 1992 e lo stesso anno con Zucchero e ancora con Ambrogio Sparagna, con Ennio Morricone e Francesco Totti, con Nicola Piovani e avvicinandoci a oggi in un negozio di chitarre a New York nel 2014 e nella sala di registrazione di 'Vivavoce' a Roma. La galleria di foto inedite - tra cui la riproduzione del libretto d'iscrizione all'Università di Roma, al corso di laurea in filosofia nell'anno accademico 1969-70, con un insolito De Gregori in cravatta - è accompagnata da approfondimenti sull'artista e i suoi dischi da 'Alice non lo sa' a 'Rimmel', 'Buffalo Bill, Viva l'Italia, Titanic.
Due le interviste esclusive, una rilasciata a Steve Della Casa in cui racconta che suonare dal vivo ultimamente gli piace moltissimo e l'altra di Gabriele Ferraris a Guido Guglielminetti, produttore di Francesco da quasi 25 anni, in cui si parla di 'Vivavoce' dove "brani vecchi di decenni sembrano appena scritti e acquistano lo smalto che meritano". "Un disco di cover di me stesso" come ne ha parlato De Gregori nell'anticipazione all'ultimo Salone del Libro di Torino.
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