"Con Max Pezzali siamo
ancora amici", "non ho mai lasciato davvero gli 883, avevo solo
bisogno di seguire un altro sogno". A parlare è Mauro Repetto,
che, insieme a Max Pezzali, ha dato vita agli 883, celebre duo
che ha fatto ballare un'intera generazione tra gli anni '80 e
'90, e che di recente è tornato alla ribalta grazie a una serie
tv sulla sua storia a cui è seguita anche una diatriba sulla
titolarità del nome "883" ma con cenni di frizioni tra i due
subito messi a tacere dai diretti interessati.
Mauro Repetto, ieri sera è approdato sul palco del teatro
delle Api di Porto Sant'Elpidio (Fermo) con il suo spettacolo
"Alla ricerca dell'uomo ragno". Pubblico delle grandi occasioni,
tra cui anche il sindaco Massimiliano Ciarpella e il consigliere
regionale Andrea Putzu.
Un viaggio negli anni '90 che racconta la storia di due
ragazzi partiti da Pavia e diventati icone per un'intera
generazione. Repetto ha raccontato gli 883 visti con i suoi
occhi. Un excursus tra personaggi come Jovanotti, Franchino di
Radio Dj, Linus, Amadeus, Fiorello e soprattutto Claudio
Cecchetto. Fino ai saluti con Max Pezzali.
"Non ho mai lasciato gli 883, non ho mai lasciato Max, avevo
solo bisogno di seguire un altro sogno. L'american dream.
L'unica cosa che abbiamo sbagliato io e Max è stato il titolo di
quel brano perché nessuno può uccidere l'uomo ragno che è in
noi". In chiusura l'augurio di Repetto al pubblico: "Grazie a
tutti, spero di rivedervi quest'estate magari in una piazza".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA