Una sfida tra i fornelli ma non solo, tra talent e reality, per il nuovo programma di Rai2 'Il ristorante degli chef', al via martedì 20 novembre alle 21.20. "Ci saranno i concorrenti che si sfideranno a suon di ricette - hanno spiegato gli autori del format, versione italiana di 'Kitchen owners - Duenos de la cocina' - ma la parte che rende il format diverso dagli altri è quella dedicata alla gestione di una vera cucina di un ristorante". Una risposta della televisione pubblica al successo di 'Masterchef' quindi, ma non solo, perché il format prevede sì una gara tra dieci aspiranti cuochi, selezionati tra gli ottanta concorrenti protagonisti della prima puntata, a loro volta scelti tra i tremila che si sono presentati per le selezioni, ma parte della gara sarà anche il dover cucinare (e servire in sala) in una vera cucina e guidati non da cuochi qualunque. Con i concorrenti, in gara e al comando nelle cucine che dovranno preparare piatti per comuni avventori e personaggi noti dello spettacolo, ci saranno gli chef Andrea Berton, Philippe Léveillé e Isabella Potì.
"Un format come questo - ha commentato Andrea Fabiano, direttore di Rai2 - è adatto allo spirito che rispecchia la rete degli ultimi tempi e ci permetterà di raggiungere un pubblico più giovane rispetto alla nostra media. Appena arrivato in Rai ho cominciato a chiedermi se fosse arrivato il momento che anche noi abbracciassimo il tema della cucina in questi termini. La risposta è stata sì per tanti motivi, uno è che siamo la televisione generalista che negli ultimi anni ha puntato di più su programmi televisivi non girati in uno studio vero e proprio".
In palio, per il vincitore, la possibilità di formarsi in un luogo di eccellenza come la scuola internazionale di cucina italiana Alma. "Ho collaborato alla realizzazione di molti programmi di cucina - ha raccontato l'autrice Barbara Boncompagni - ma questo è speciale perché è un mix di tante cose. Qui i concorrenti hanno la possibilità di lavorare in una vera cucina e al fianco di veri chef. Ai concorrenti non abbiamo proposto prove di cucina estrema proprio per rendere il programma fruibile a chi davvero dopo la puntata può avere voglia di mettersi ai fornelli e cucinare". A vigilare sull'operato degli aspiranti cuochi, Berton, Léveillé e la Potì, questa volta alle prese anche con i tempi del piccolo schermo. "Per non farci sentire a disagio - ha scherzato Berton - gli autori ci hanno fatto lavorare fino a tarda notte, proprio come se fossimo nelle cucine dei nostri ristoranti. Queste esperienze fanno ormai parte del circuito di uno chef moderno e servono per fare esperienze diverse, imparare nuove cose e a comunicare".