"Partiremo con 40 minuti di anticipo
rispetto alla passata stagione e per questo abbiamo pensato a
una prima parte di circa 50 minuti dal titolo 'Aspettando
PresaDiretta' nella quale io farò il cantastorie, con ospiti in
studio, argomenti anche non coerenti con quelli della puntata e
un tono diverso, più discorsivo e narrativo, con persone che mi
aiuteranno ad andare a fondo nei temi che affrontiamo. Non
chiamatelo però talk, non sarà un dibattito, perché sarà sempre
la storia che comanda, solo che sarà uno spazio più aperto in
diretta". Riccardo Iacona torna con PresaDiretta dal primo
settembre ogni domenica alle 20.35 su Rai 3 con otto
appuntamenti, per poi passare il testimone a Report e quindi
ritornare a marzo.
"Cominciamo con un viaggio nei Campi Flegrei per capire come
riuscire a mettere in salvo le case e le persone che vivono lì -
fa sapere il conduttore in un'intervista all'ANSA -. I modi per
farlo ci sono e qui entra in campo la scienza. La Federico II ha
realizzato una prima mappa degli edifici a rischio che si
possono mettere in sicurezza, ma il tema sono i soldi perché non
ci sono strumenti finanziari. Gli incapienti come fanno?".
Il tema della prima puntata saranno le Case Green, con la
direttiva europea che ci chiede di rendere le nostre abitazioni
più efficienti sul piano energetico. Ci sarà un fact checking
sulla transizione energetica con tutte le novità tecnologiche
dell'edilizia green e un focus sulla battaglia dell'estrema
destra in Germania contro le pompe di calore.
In una fase complicata per il rinnovo dei vertici della Rai,
Iacona ricorda che combatte da sempre "perché la Rai sia
sganciata dai partiti e si consegni al pubblico definitivamente,
passando ad esempio da una fondazione". "Maggioranza e
opposizione devono avere il coraggio di rinunciare alla Rai per
salvarla - aggiunge -. Finché esiste bisogna salvaguardarla dal
controllo, altrimenti accade quello che succede in Ungheria.
Dobbiamo combattere per salvare la Rai e questo è anche il
motivo per cui sono qui. Molti colleghi hanno deciso di
cambiare, io tratto il lavoro come fossi il medico
dell'ospedale: dobbiamo salvare l'ospedale. Finché sono libero,
come sono, io la mia battaglia la faccio nel servizio pubblico,
che è il posto più giusto per farla".
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