(di Marzia Apice)
(ANSA) - ROMA, 02 MAR - NADIA TERRANOVA-LELIO BONACCORSO,
CARAVAGGIO E LA RAGAZZA (Feltrinelli Comics, pp.96, 16 euro). La
luce accanto alle tenebre e l'umana fragilità di un artista
considerato universalmente un genio. Ma anche l'onda d'urto
della ribellione di una giovane donna che, nonostante la
sottomissione al giogo maschile, decide di affermare il proprio
diritto a esprimere se stessa. E' un romanzo a fumetti
avvincente e destinato a un'ampia tipologia di pubblico
"Caravaggio e la ragazza", opera a quattro mani della scrittrice
Nadia Terranova e del disegnatore Lelio Bonaccorso, in libreria
con Feltrinelli Comics dal 18 febbraio. Il libro immerge il
lettore nell'ultima parte della vita di Caravaggio, quando cioè,
nel 1608, il pittore giunge a Messina e viene ingaggiato da un
ricchissimo commerciante di sete che gli chiede di dipingere un
ritratto di sua figlia Isabella. L'incontro tra Caravaggio,
considerato il più grande artista vivente ma noto anche per i
suoi eccessi e il temperamento rissoso (l'artista giunge nella
città dello Stretto con un'accusa di omicidio), e la giovane,
che sogna di dipingere, fa scoccare una speciale scintilla tra i
due. Caravaggio infatti riconosce qualcosa di sé in Isabella,
nella sua fame di libertà e nella sua voglia di lottare, anche
contro il padre, per far emergere la propria creatività
attraverso la pittura. Con il suo temperamento sanguigno e
spigoloso, l'artista insegnerà alla giovane allieva non solo a
dipingere ma anche a trasgredire con coraggio le regole per
essere liberi. "Questo per me e Lelio Bonaccorso è stato davvero
un lavoro in sinergia che si è rilanciato una pagina dopo
l'altra e si è alimentato reciprocamente", racconta in
un'intervista all'ANSA Nadia Terranova, messinese come il
coautore, e per la prima volta alle prese con quello che
preferisce chiamare "non graphic novel, ma romanzo a fumetti,
che è letteratura a tutti gli effetti e non ha bisogno
dell'inglese per essere nobilitato". In questa storia a metà tra
la finzione e la realtà l'obiettivo, spiega l'autrice, era
"restituire l'uomo e l'artista, nella sua complessità di luci e
ombre. Caravaggio era uomo di eccessi in tutto. Il rapporto
particolare con Isabella è stato inventato, ma volevamo creare
una figura femminile che raccontasse come la presenza delle
donne nella storia dell'arte sia stata di fatto annientata. Le
artiste hanno sempre avuto difficoltà a emergere: ma Isabella
dimostra che si può credere in se stesse e ribellarsi.
Caravaggio è la star di questa vicenda, è nel pieno della sua
maturità e morirà non molto dopo, ed è già considerato un genio.
Isabella invece è una ragazzina, ma un domani potrebbe essere
lei la protagonista, patriarcato permettendo".
"Caravaggio è il mio pittore preferito, e avevo una certa ansia
nel rappresentarlo", afferma invece Lelio Bonaccorso,
confermando la volontà di voler raccontare "la storia messinese
del pittore, che nella città siciliana ha dipinto La
resurrezione di Lazzaro e L'adorazione dei pastori, ma anche il
rapporto con una ragazza che ha donato a lui la sua luce, quasi
una nuova strada per ricominciare e uscire dalle tenebre. Questa
è una storia catartica che mi comunica un misto di animosità e
sensibilità e che è davvero adatta a tutti. La leggenda di
Caravaggio attira molto il pubblico, lui è una sorta di
rockstar, come Jim Morrison: ma non era solo feroce, aveva molta
umanità". Importantissimo è il ruolo di Messina nel libro, a cui
gli autori rendono omaggio in un vero e proprio "atto d'amore
radicale": con la sua luce e il suo mare, con i suoi palazzi
storici e le sue strade, la città diviene un personaggio accanto
agli altri. "Grazie ad alcuni libri antichi che riportavano
stampe della Messina dell'epoca sono riuscito a ricostruire nei
miei disegni una città che non c'è più", spiega Bonaccorso. "E'
stato fatto davvero un bel lavoro visivo", dice Terranova, "io
ho cercato di aggiungere dettagli proprio per sottolineare
alcuni passaggi storici fondamentali della città". (ANSA).