Il rating dell'Italia "probabilmente rimarrà nella parte più bassa dei rating con grado d'investimento (più alti del livello speculativo) nel futuro prevedibile". Lo scrive Moody's, spiegando che restano "persistenti" sfide di carattere strutturale che "abbassano le prospettive di crescita dell'Italia".
Nel suo report sulle prospettive dei rating sovrani europei, Moody's scrive che "bassa produttività , rigidità del mercato del lavoro, mancanza di concorrenza in alcuni settori del terziario e alta pressione fiscale abbassano le prospettive di crescita dell'Italia". Questo significa, prosegue l'agenzia di rating, che "il rating sovrano dell'Italia probabilmente resterà nella coorte inferiore dei rating con grado d'investimento per il futuro prevedibile (da qui le prospettive stabili)". Moody's il mese scorso ha confermato il rating 'Baa2' sulla Repubblica italiana, due gradini sopra il livello speculativo, migliorando però le prospettive sul suo giudizio a 'stabili' da 'negative'. L'agenzia scrive che la maggioranza dei rating dell'Eurozona hanno ora una prospettiva stabile, con prospettive di miglioramento per Irlanda, Spagna e Lettonia e, invece, di peggioramento per la Francia (outlook negativo). Tuttavia Moody's ricorda che "l'eredità di bilanci pubblici deteriorati, alto debito del settore privato e ripresa economica rende molti rating sovrani esposti a rischi al ribasso". A a precludere il ritorno dei rating a livelli pre-crisi è principalmente "il lento avanzamento verso un miglioramento della capacità istituzionale, a livello dell'Eurozona, di prevenire nuovi squilibri e migliorare la resistenza a future crisi".