La Commissione europea aspetta di vedere il Def per avviare l'esame delle spese e la loro sostenibilità, e se dopo il via libera del Cdm arriva solo un primo commento generico (bene le misure e l'accelerazione sulle riforme, ma attenzione al pareggio di bilancio per ridurre il debito), la valutazione completa dei conti arriverà intorno al 7 maggio, quando saranno pubblicate le nuove previsioni economiche europee.
Bruxelles cercherà di capire se le coperture delle riforme, come il taglio del cuneo, sono credibili, e se il taglio della spesa andrà ad aggredire il debito oppure sarà usato tutto per finanziare le misure in arrivo. Il punto su cui Ue e Italia hanno visioni differenti è proprio questo, cioè l'utilizzo dei risparmi: Bruxelles vuole assolutamente vedere una riduzione del debito, attraverso la riduzione del deficit strutturale che stando alle sue previsioni è dato in aumento per il prossimo anno. Dallo 0,6% di quest'anno al -0,8% del 2015, quando invece dovrebbe tendere allo zero, cioè al pareggio previsto dal Fiscal Compact e scritto nella nostra Costituzione.
L'Italia invece vuole utilizzare il taglio della spesa pubblica per le riforme strutturali, che faranno salire il pil e quindi agendo sul denominatore del rapporto debito/pil, scenderà anche il nominatore, cioè il debito. E poi, faceva notare il ministro Pier Carlo Padoan qualche giorno fa, il taglio del cuneo è già un intervento strutturale, quindi compenserebbe quell' 'aggiustamento strutturale' che chiede la Ue. Ma ancora una volta, è qui che l'Italia si scontra con le regole Ue: Bruxelles ci richiama da mesi sull'aggiustamento strutturale, chiedendoci uno sforzo di 0,5-0,6%, e potrebbe non accettare di barattarlo con le riforme. Anche perché dall'anno prossimo scatta la regola del debito: se non si avvia già da quest'anno su un percorso di riduzione, dal 2016 si dovrà ridurre la parte eccedente il 60% di un ventesimo all'anno. Operazione insostenibile. L'Italia punta quindi a rinegoziare i tempi dell'aggiustamento strutturale, e quindi di riduzione del debito, e quindi del raggiungimento del pareggio di bilancio.
Per rinviare il pareggio però, deve chiedere l'autorizzazione del Parlamento e un parere della Commissione.