A Roma la tanto attesa lettera di Etihad ancora non arriva. Ma intanto in Europa la compagnia degli Emirati Arabi si muove e va in soccorso della controllata Air Berlin (di cui Etihad possiede il 29,21% e potrebbe salire fino al 49,9%) anch'essa alle prese con problemi di liquidità . Il vettore di Abu Dhabi ha infatti deciso di fornire ulteriori fondi alla compagnia tedesca, acquistando bond convertibili per 300 milioni di euro, mentre altri 150 milioni verranno collocati sul mercato.Â
Ma l'aiuto di Etihad ad Air Berlin non arriva, anche in questo caso, senza condizioni per la compagnia tedesca che ha una situazione difficile di liquidità , con perdite sopra il miliardo di dollari negli ultimi 6 anni. Ora - ha annunciato il ceo Wolfgang Prock-Shauer , dovrà fare i conti con "una ristrutturazione più radicale": "Dobbiamo valutare approfonditamente tutte le opzioni, fra cui anche il nostro modello di business a lungo termine". Un'indicazione, questa, che sembra prospettare quello che attende anche Alitalia, con la quale Etihad sta trattando per un investimento da circa 500-560 milioni di euro.
Il negoziato tra compagnia italiana e quella emiratina intanto, dopo stalli e riavvicinamenti, starebbe andando avanti. La lettera di controreplica attesa da Abu Dhabi "arriverà ", ha assicurato l'a.d Gabriele Del Torchio. Il giorno X dovrebbe essere imminente, tant'è vero che si vocifera di un possibile consiglio di amministrazione forse già mercoledì.
Ma più passa il tempo più cresce la preoccupazione dei sindacati: il leader della Uil, Luigi Angeletti fa notare che la trattativa è lontana dall'essere alle battute finali e quello della Cisl, Raffaele Bonanni, avverte che se non arriva la missiva "è un disastro". A favorire lo sblocco della situazione sarebbero state, secondo indiscrezioni di stampa, l'apertura delle banche sul nodo dei debiti e i passi avanti sul decreto per la liberalizzazione di Linate. Su quest'ultimo punto, il ministro dei trasporti, Maurizio Lupi, ha confermato che si sta "ragionando, ci stiamo confrontando" e comunque il provvedimento non è legato alla richiesta di Etihad, ma rientra nell'ambito delle misure in vista dell'Expo 2015. Ribadendo che il Governo darà "tutto il supporto che può dare", ma al momento segue con attenzione, lasciando lavorare le imprese, ed interverrà solo dopo la risposta di Etihad.
Intanto martedì la parola passa ai sindacati, che riprendono dopo due mesi la trattativa con Alitalia. Il tavolo ha all'ordine del giorno la situazione aziendale e la prosecuzione del confronto interrotto il 24 febbraio scorso, quando si era iniziato a parlare anche di riduzione del costo del lavoro (mancano all'appello 48 milioni dei 128 indicati dal piano di Del Torchio). Ma i sindacati mostrano già qualche malumore. "Noi guardiamo in faccia la realtà e la realtà è che al momento stiamo parlando di una cosa solo virtuale", polemizza il segretario generale della Fit Cisl Giovanni Luciano, sottolineando che quella di domani è una riunione solo "interlocutoria e aspettiamo un incontro vero". E domani non si dovrebbe parlare di esuberi (Etihad, secondo le indiscrezioni, ne avrebbe chiesti fino a 3.000), sostiene il segretario nazionale della Uiltrasporti Marco Veneziani, che chiarisce: "degli esuberi parleremo quando ci sarà il nuovo Piano industriale di Etihad. Fino a che non vediamo il Piano industriale, non vogliamo parlarne".