E' iniziata in sordina la stagione dei saldi invernali, quest'anno anticipata immediatamente a ridosso del Capodanno. Ad aprire la stagione degli sconti sono state Basilicata e Campania, da oggi le altre regioni. Dalle diverse associazioni dei consumatori e da quelle rappresentative dei commercianti arrivano cifre diverse sull'impatto e sulle stime di spesa, anche se un denominatore comune sembra trovarsi nel pessimismo su un possibile rilancio del settore. Complice, viene segnalato, la crisi ovviamente ma anche la dimestichezza che gli italiani iniziano ad avere con lo shopping on line, se non altro per gli sconti sostanziosi che garantisce in alcuni casi. Secondo Confesercenti la spesa media per i saldi dovrebbe attestarsi sui 150 euro, anche grazie ai consumi dei turisti, che negli ultimi anni hanno rivestito un ruolo sempre più importante nei bilanci del commercio di fine stagione. "Le vendite di Natale", spiega l'associazione, "sono state sottotono: il volume è rimasto sostanzialmente invariato rispetto al 2013, ma lo scontrino medio ha registrato un'ulteriore flessione. Per questo i saldi invernali di quest'anno sono molto attesi: i commercianti partiranno subito con sconti importanti, nella speranza di invertire il trend".
Anche perché le vendite di fine stagione valgono circa il 20% dei fatturati annui dei negozi. Scettico è però il Codacons, secondo cui l'anticipazione dei saldi invernali al 3 gennaio è una misura inutile, che non influirà in alcun modo sugli acquisti degli italiani per gli sconti di fine stagione. La spesa non supererà i 184 euro a famiglia e solo un nucleo famigliare su tre farà compere. Per Adusbef e Federconsumatori, inoltre, il giro di affari complessivo dei saldi si attesterà a 1,61 miliardi di euro, anche a causa della penalizzazione determinata dalla crisi e dalle vendite via web, sottolinea un'altra associazione dei consumatori, Adiconsum. ''Sempre di più - viene messo in evidenza - i consumatori acquistano direttamente sul web e durante tutto l'anno con sconti che raggiungono anche il 70-80 per cento. Sono 16 milioni gli italiani che nell'ultimo anno hanno acquistato su internet, per un giro d'affari di circa 13 miliardi". L'auspicio degli operatori è che il pessimismo di fondo venga smentito anche perché, ricorda Confesercenti, l'anno appena concluso ha registrato la cessazione di oltre 11.700 imprese della distribuzione moda, al ritmo di più di 900 negozi chiusi ogni mese. Dal 2008 al 2013 la spesa media annua di una famiglia di 3 componenti per calzature e abbigliamento, secondo l'Unione nazionale consumatori, è passata da 2.353 a 1.636 euro, con un calo di 717 euro, pari al 30,47%.
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