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Femen e Witt, donne sempre più a centro contestazioni

Femen e Witt, donne sempre più a centro contestazioni

Da seni nudi a mogli Pomigliano,a protesta non serve'quota rosa'

BERLINO, 16 aprile 2015, 10:23

Redazione ANSA

ANSACheck

Josephine Witt © ANSA/EPA

Josephine Witt © ANSA/EPA
Josephine Witt © ANSA/EPA

Una pioggia di coriandoli vi seppellirà, e a tirarli sarà una donna. Sono tante e arrabbiate, si battono per i diritti individuali contro i grandi della terra e per quelli collettivi davanti ai cancelli delle fabbriche, a Pomigliano e altrove. Le donne sono sempre e ancora protagoniste delle lotte e delle proteste, in tutto il mondo, e per far sentire la loro voce usano forme e strumenti inusuali. Come i loro corpi nudi. O una pioggia di coriandoli. Oggi una 21enne 'attivista-freelance' ha catturato l'attenzione del mondo intero fingendosi giornalista e infilandosi nella conferenza stampa del presidente della Bce, Mario Draghi. Una protesta completamente diversa - nella forma, ma non nella sostanza - dalla 'guerriglia urbana' vista lo scorso 18 marzo in per l'inaugurazione della nuova Eurotower. Allora alcuni violenti della galassia Blockupy si erano scontrati con le forze dell'ordine schierate in gran numero, con un bilancio di un centinaio di feriti, 350 fermi e decine di arresti. E gli attivisti erano riusciti a paralizzare Francoforte. Oggi Josephine Witt dalla prima fila dell'auditorio di giornalisti con un balzo è riuscita a spaventare, per un attimo, uno degli uomini più potenti d'Europa, e del mondo. Un ''attacco-ai-coriandoli'', ha scritto la ragazza su Twitter dopo essere stata rilasciata dalla polizia tedesca. Che però non è un'azione di Femen, come la stampa tedesca aveva riportato, e come sembrava confermare il messaggio sulla maglietta della ragazza: 'End the ECB Dick-Tatorship'. ''Sorry ladies'', scherza la ''#exfemen'', questa è una protesta individuale. Magari anche un po' individualistica, di una ''freelance''. Una come tante, e tanti, che oggi fanno fatica a sopravvivere alle leggi del mercato del nuovo lavoro parcellizzato e a trovare un'identità collettiva.


Femen, Witt, lo è stata: nel 2013 Josephine aveva interrotto la messa di Natale nel duomo di Colonia per protestare, a seno nudo, contro il maschilismo della chiesa e del cardinale tedesco Joachim Meisner. Quel gesto le era costato una multa da 1200 euro. Ma non le ha tolto la voglia di protestare. In passato le Femen, movimento femminista nato in Ucraina nel 2008 dall'idea di un uomo, racconta il documentario 'Femen - L'Ucraina non è in vendita', non avevano esitato ad alzare il tiro delle loro proteste fino ai vertici: Putin, il Vaticano, i grandi della terra a Davos. E Berlusconi. Seni nudi e messaggi scritti sui corpi hanno attirato l'attenzione dei media. Diversa ed efficace anche la protesta delle mogli di Pomigliano, che per i loro mariti e le loro colleghe hanno saputo protestare anche contro il papa. Dai cancelli delle fabbriche ai palchi teatrali, dove hanno rappresentato il dramma della cig. Le donne sanno essere più fantasiose degli uomini nella protesta, racconta l'esperienza degli ultimi decenni. E una cosa è certa: tra chi contesta non ci sarà bisogno di 'quote rosa'.

 

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