"Escludo ancora una uscita della Grecia dall'euro" ma è arrivato il momento che Tsipras faccia le sue proposte perché una "deadline" c'è e si avvicina. All'indomani del 'gran rifiuto' di parlare al telefono con il premier greco Tsipras, il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker è arrivato in Baviera per il G7 con un messaggio che se da una parte è sembrato voler tranquillizzare i leader dall'altra è suonato come una sorta di ultimatum ad Atene. Spettatore molto interessato della partita che si sta giocando in Europa sulla crisi greca è di certo Barack Obama, che ancora oggi nell'incontro con Angela Merkel ha auspicato che i partner europei e Atene facciano di tutto per evitare di innervosire i mercati e alimentare nuovi venti di tempesta che possano minacciare la ripresa. Nelle prime dichiarazioni in terra tedesca, il leader Usa ha ribadito la necessità di scongiurare i rischi di un'eventuale implosione del caso Atene su Eurolandia e sull'economia globale: "Serve una prospettiva salda nell'unione", ha detto, sottolineando la necessità che Atene vada avanti sulla strada delle riforme.
Dal canto suo Juncker si è mostrato rassicurante ma fermo. Tsipras "non ha ancora presentato alcuna proposta alternativa: spero lo faccia presto", ha ammonito, annunciando che per la Ue una "deadline" c'è. "Non la rivelo non per rendere la cosa più avvincente, ma per fare in modo che la Grecia non sia penalizzata", ha spiegato, confermando l'incontro di mercoledì a Bruxelles con Tsipras, Merkel e Hollande. "Non è una questione personale, non ho problemi con lui", gli sono "amico" ma, ha chiarito il presidente della Commissione Ue, "per mantenere un'amicizia bisogna rispettare regole minime". "L'ipotesi di un'uscita della Grecia dall'Euro sarebbe un errore economico e geopolitico" ma "bisogna che anche il governo Tsipras capisca che le riforme vanno fatte", è intervenuto nel pomeriggio il premier Matteo Renzi. "E' impensabile che gli italiani che hanno smesso di pagare le baby-pensioni ai loro concittadini accettino che gli europei le paghino ai greci", ha sottolineato il premier, che ha rinviato al mittente ogni domanda sulla possibile partecipazione italiana ai vari 'tavoli' ristretti sulla crisi greca. "Finché sarò io presidente del Consiglio, l'Italia non parteciperà a tavoli non previsti dai format: se quei tavoli funzioneranno meglio così. Se è una soluzione per una sintesi siamo contenti e facciamo il tifo" ma Roma non ci sarà , ha aggiunto.
E mentre il presidente del consiglio di vigilanza unico presso la Bce Daniel Nouy in un'intervista a Welt am Sonntag ha affermato che le "banche elleniche sono solventi e liquide" (il settore finanziario è stato cioè ben vigilato e ricapitalizzato nel passato), il caso Grecia è entrato così a pieno titolo tra le priorità del G7, che tra i partecipanti vede anche il direttore del Fmi, Christine Lagarde. I negoziati con Atene ieri hanno registrato il 'gelo' con la Ue, uno dei tre pilastri di quella che un tempo era la Troika e oggi ha cambiato nome in "creditori". Secondo la Ue, le nuove informazioni sul piano di riforme promesse al presidente della Commissione dallo stesso Tsipras per giovedì scorso non sarebbero mai arrivate e Juncker non avrebbe gradito neanche il fatto di non essere stato informato in anticipo della decisione di far slittare a fine mese il pagamento della rata dovuta al Fmi. Ma il leader Ue non ha digerito nemmeno le parole di Tsipras al parlamento ellenico, davanti al quale il leader di Syriza ha definito "assurda" l'ipotesi di compromesso messa sul tavolo mercoledì notte dallo stesso Juncker.