Il piano per salvare la Grecia prosegue, per una volta in tanti mesi, come da programma. Dopo il voto "puntuale e soddisfacente" del Parlamento greco sulle prime misure per ottenere gli aiuti, l'Ue dà il via libera al prestito ponte, superando le resistenze della Gran Bretagna, e l'Eurogruppo dà l'ok 'di principio' al terzo salvataggio, in attesa che si pronunci il Bundestag il cui sostegno sembra scontato. E anche la Bce fa la sua parte: torna ad aprire il rubinetto della liquidità d'emergenza Ela alle banche che lunedì potranno riaprire, lasciando i controlli sui movimenti ma senza rischi perché hanno ottenuto più o meno quanto chiedeva la Banca centrale greca, cioè 900 milioni di euro. Tutti i tasselli sembrano andare al loro posto, tanto che sulla scia dell'ottimismo le Borse europee chiudono positive. Ma ne manca ancora uno: quello che i tecnici europei definiscono l' 'elefante nella stanza', cioè la questione del debito ellenico. Al terzo pacchetto di aiuti ad Atene dovrà partecipare anche il Fmi, che torna a ribadire la sua condizione: l'aiuto dipende dalla ristrutturazione del debito, che può avere varie forme, ha spiegato oggi un funzionario del Fondo monetario. Un assist è arrivato anche dal presidente della Bce Mario Draghi: "E' fuori questione che un alleggerimento del debito per la Grecia sia necessario", ha detto, aggiungendo che sul come farlo, nell'ambito delle regole europee, "ci concentreremo nelle prossime settimane". Nonostante la Germania sia ancora sorda alla questione e il ministro delle finanze Wolfgang Schaeuble, sostenuto a sorpresa dal candidato cancelliere della Spd Peer Steinbrueck, continui a sostenere che una Grexit temporanea "sarebbe per la Grecia la via migliore", è ormai chiaro che il nodo debito farà parte delle trattative sul nuovo programma. I negoziati tra istituzioni (cioè la Troika) e Atene sul nuovo 'Memorandum of understanding', che fisserà il calendario delle riforme e degli esborsi, partiranno da oggi o domani, non appena saranno terminate le approvazioni dei cinque Parlamenti (la Finlandia già ha dato il suo ok oggi) e sarà completata la procedura scritta che sigilla l'accordo sull'avvio del negoziato sul terzo programma di salvataggio. Intanto una certezza c'è già : il prestito ponte da 7 miliardi di euro è cosa fatta, quindi Atene riuscirà a rimborsare sia gli arretrati del Fmi che la scadenza di 4,2 miliardi alla Bce lunedì. La riserva di Londra sull'uso del fondo europeo Esfm è caduta quando l'Eurogruppo ha concesso di mettere a garanzia di eventuali perdite i 3,6 miliardi di profitti Bce sui bond ellenici, nell'ambito del programma SMP. Ora resta da verificare la composizione del terzo pacchetto, che deve arrivare ad una dotazione di 82-86 miliardi. Il fondo salva-Stati Esm ne metterà 'solo' 50, ha spiegato oggi il suo direttore generare Klaus Regling. In base ai calcoli dell'Eurozona, altri 25 miliardi dovrebbero venire dal fondo per le privatizzazioni che Atene metterà in piedi. Ma si tratta di una cifra molto teorica, che suscita più di qualche perplessità sulla sua fattibilità . Il resto, dovrebbe venire dal Fmi. La sua partecipazione, però, è tutta da definire.