Le immagini di quello che sarà il Padiglione Italia all'Expo 2020 di Dubai già dicono molto: una grande struttura di luce con una copertura solcata dagli scafi rovesciati di tre imbarcazioni con i colori della bandiera italiana. Ma per capire quello che si vivrà una volta entrati, "dovremmo immaginare di aggiungerci movimenti, profumi e il tatto": sarà infatti, spiega l'architetto Italo Rota, uno dei progettisti, "un grande edificio analogico nell'epoca del digitale. Perché ad Expo, in fin dei conti, si va con il corpo e noi offriamo una grande esperienza fisica".
Quando manca poco meno di un anno all'avvio della prima Esposizione universale del Medio Oriente, Rota racconta come è nato e come si tradurrà il progetto in occasione dell'avvio ufficiale dei lavori, con la cerimonia per la posa della prima pietra del Padiglione Italia. "Quando con Carlo Ratti (l'altro progettista, ndr.) abbiamo iniziato a pensare a questa storia, abbiamo pensato a tutti noi, all'idea di partecipare a un evento dove si discuterà del nostro destino sulla terra. E a partire da questo abbiamo pensato alle possibili soluzioni: la prima idea era di avere un edificio narrativo e provvisorio, l'altra di appoggiarsi su quest'idea di economia circolare che in questo edificio si riflette in tutti i suoi dettagli". Nel padiglione Italia, che si svilupperà su 3.500 metri quadri di superficie e quasi 27 metri di altezza, verranno integrati materiali sostenibili come bucce d'arancia e fondi di caffè.
"E' un edificio in cui non si espongono le tecnologie o l'innovazione o le storie, ma proprio queste sono la parte costitutiva dell'edificio - spiega Rota - Ci sono molti nuovi materiali che, invece di essere esposti come in una fiera, costruiscono l'edificio stesso: ad esempio il teatro e altre parti saranno fatti tutti in micelio con i funghi e avranno anche il profumo dei funghi. Quindi è un grande esperimento, un'architettura sperimentale". "Oggi le idee valgono zero, però cominciano ad avere un grande valore quando si comincia a prototiparle", osserva l'architetto milanese nella cui produzione figurano tra l'altro il Museo del Novecento a Milano e la promenade del Foro Italico a Palermo, oltre a importanti ristrutturazioni in Francia: "Con Carlo - aggiunge - portiamo avanti da anni questa idea di stimolare questa attitudine del fare, del prototipare, di testare". In definitiva, chi visiterà il Padiglione italiano all'Expo di Dubai che aprirà i battenti il 20 ottobre 2020, "si troverà davanti un piccolo contributo di una collettività molto complessa che è quella italiana, che come tutte le culture millenarie è fatta di continue nuove inclusioni, nuovi apporti di idee e contaminazioni, e che oggi si trova in un momento particolare perché cerca di far convivere la grande innovazione con quest'enorme heritage che il passato ci ha concesso", conclude Rota, ricordando che "l'Italia è anche il paese con più biodiversittà in Europa e quindi dobbiamo convivere con le altre forme dei viventi e trovare un accordo sociale".
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