"Nel complesso, considerando anche la revisione al ribasso della stima del secondo trimestre effettuata dall'Istat, valutiamo che resti valida la proiezione che abbiamo pubblicato in luglio, che indicava una caduta del Pil attorno al 9,5 per cento" ma "le prospettive restano molto incerte" per il "rischio rilevante" che l'evoluzione della pandemia "continui a ripercuotersi sulla fiducia di famiglie e imprese o resti debole la domanda globale". Così Banca d'Italia nell'audizione sulla nota di aggiornamento al Def sottolineando che il quadro tendenziale indicato nella Nadef è "nel complesso coerente" ed è "plausibile" l'impatto per quasi un punto percentuale sulla crescita delle "ampie misure espansive" previste con la manovra. Â
LA DIRETTA DELL'AUDIZIONE
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"L'entità dell'effetto macroeconomico delle misure programmate dipenderà , oltre che dalle risorse mobilitate e dalla ripartizione fra le voci del bilancio, anche dai tempi di attuazione dei progetti e dalla loro efficacia nel sostenere il potenziale di crescita", ha aggiunto Banca d'Italia, sottolineando che "andrà posta attenzione alla fase esecutiva dei progetti, per garantirne efficacia e rapidità " e che "con interventi mirati attuati senza sprechi e tempestivamente, l'effetto sulla crescita potrebbe essere anche più accentuato" di quanto indicato nella Nadef.
In audizione anche il presidente dell'Ufficio Parlamentare di Bilancio, Giuseppe Pisauro. L'Upb, dopo aver validato le stime 2020 "ha deciso di validare anche lo scenario programmatico Nadef sul 2021, in quanto appare all'interno di un accettabile intervallo di valutazione, ne abbiamo dato comunicazione stamattina al ministero dell'Economia". Pisauro ha sottolineato che il quadro programmatico sul 2022-23, che non è oggetto di validazione, "conferma e amplifica gli elementi di perplessità già presenti in riferimento al quadro tendenziale" perché le stime "appaiono ottimistiche".
"L'evoluzione di breve e di medio termine dell'economia italiana appare soggetta a rischi ancora molto ampi, nel complesso orientati al ribasso", a partire da quelli di una "recrudescenza della pandemia", sostiene ancora l'Upb. In Italia "nelle ultime settimane si è registrata una crescente diffusione dei casi, cha ha anche comportato un maggiore ricorso alle strutture ospedaliere. Al momento non si prefigurano nuovi lockdown generalizzati, ma se si rendessero necessarie restrizioni mirate alle attività produttive e agli spostamenti ne deriverebbero comunque conseguenze non trascurabili sia sul ciclo economico sia sulla struttura produttiva, già colpita dalla passata recessione".