"Le misure annunciate dal governo costeranno altri 2,7 miliardi di euro alle imprese della ristorazione. Se non accompagnate da contemporanee e proporzionate compensazioni di natura economica, sarebbero il colpo di grazia per i pubblici esercizi italiani, che già sono in una situazione di profonda crisi, con conseguenze economiche e sociali gravissime". Lo afferma la Fipe-Confcommercio, la Federazione dei Pubblici Esercizi, in merito alle nuove misure per il contenimento dell'epidemia allo studio del governo.
"I ripetuti annunci di chiusure anticipate - prosegue la Federazione dei Pubblici Esercizi di Confcommercio - hanno già prodotto la desertificazione dei locali e, indipendentemente dalle novità sugli orari effettivi di apertura, le restrizioni devono essere accompagnate dai provvedimenti di ristoro economico in termini di indennizzi a fondo perduto, crediti d'imposta per le locazioni commerciali e gli affitti d'azienda, nuove moratorie fiscali e creditizie, il prolungamento degli ammortizzatori sociali e altri provvedimento di sostegno a valere sulla tassazione locale". "Gli imprenditori di questo settore si stanno dimostrando persone responsabili, che rispettano rigorosamente i protocolli sanitari loro imposti, che non possono reggere ulteriormente una situazione che decreterebbe la condanna a morte per migliaia di imprese. È evidente che non si possono far ricadere le responsabilità del ritorno dell'epidemia sul nostro comparto: sono altri i fattori che hanno purtroppo causato una nuova emergenza".
"Sarebbe una scelta disastrosa, con la disperazione e la rabbia che sta crescendo oltre il livello di guardia. La pandemia va gestita con attenzione sicuramente alla salute, ma anche riscontrando le aspettative e le esigenze del settore che il governo conosce perfettamente perché la Fipe le ha trasferite nelle occasioni di confronto istituzionale". "Chiediamo - conclude Fipe-Confcommercio - di poter continuare a lavorare per non morire e per questo servono, senza ritardo o inutili annunci, le misure promesse".Â
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