Il testo della manovra non è ancora chiuso, ma gli ultimi ritocchi dovranno essere apportati in tempo perché il ddl bilancio arrivi mercoledì o giovedì negli uffici del Senato, da dove partirà l'esame quest'anno. C'è ancora qualche capitolo da chiudere ma molto probabilmente uno dei più attesi, cioè la proroga del Superbonus al 110% per le villette, senza limiti alla platea, sarà rinviata alla discussione parlamentare. Il pressing trasversale dei partiti proseguirà quindi anche nei prossimi giorni, ma - coperture permettendo - saranno loro a dover chiudere la partita negli emendamenti. Mentre il governo si dice pronto ad intervenire sulle concessioni balneari non appena sul tema si sarà pronunciato il Consiglio di Stato, presumibilmente ai primi di dicembre, sembra invece chiuso, ancora prima di approdare alle Camere, il rinnovo delle due misure, molto popolari, collegate ai bonus edilizi, cioè sconto in fattura e cessione del credito. Possibili invece altre revisioni al reddito di cittadinanza dopo che il ministro del Lavoro Andrea Orlando presenterà l'atteso rapporto del comitato scientifico, presieduto dalla sociologa Chiara Saraceno, incaricato di valutare i punti deboli della misura già fortemente criticata dal centrodestra in sede di approvazione della manovra in Consiglio dei ministri. Visti i dettagli piuttosto rilevanti ancora da definire si starebbe valutando la possibilità di nuovo passaggio in Consiglio, e ci sarebbero pressioni dei partiti in questo senso, ma alla fine non è detto che si debba replicare lo schema già accaduto lo scorso anno.
Anche perché i tempi sono strettissimi: il presidente della Commissione Finanze della Camera Luigi Marattin (Iv), ricorda come la legge di bilancio sarebbe dovuta arrivare alle Camere il 20 ottobre, e parla di "ritardo strutturale", visto che anche l'anno scorso, con un diverso esecutivo, la manovra arrivò il 20 novembre. Sulla proroga del Superbonus per le villette, senza tetto al reddito di chi ne usufruisce, i partiti sembrano per ora aver perso la battaglia. Ma non la guerra, perché se il tetto resta nell'attuale testo in via di limatura, sono già pronti gli emendamenti che potrebbero affossarlo al primo voto in commissione. "Stiamo perfezionando emendamenti, in vista dell'iter parlamentare della Legge di bilancio, per togliere riferimenti a tetti Isee come requisito per continuare a fruire del Superbonus sulle case mono e plurifamiliari", fa sapere il vicepresidente del gruppo M5S al Senato, Agostino Santillo, convinto che il tetto sia "una discriminazione" rispetto alla situazione dei condomìni. I 5 Stelle - appoggiati in pieno in questo caso anche dalla Lega - precisano di aver "messo sul tavolo un'opzione alternativa che non crea ostacoli neanche sul fronte delle coperture", che è uno dei nodi da sciogliere più evidenti per il rinnovo di una misura che finora è costata allo Stato oltre 10 miliardi di euro. Sul fronte dei bonus edilizi, il Governo ha invece accolto la richiesta di rinnovare, per tutte le agevolazioni previste, cessione del credito e sconto in fattura. "Ma si stanno creando degli abusi, quindi bisognerà rafforzare i controlli", sottolinea il sottosegretario al Ministero dell'Economia Cecilia Guerra.