Un balzo del costo dell'energia
elettrica del 210% nel primo trimestre dell'anno rispetto allo
stesso periodo del 2022 con un impatto di extra costi sul
settore del trasporto merci ferroviario di 40-50 milioni di
euro. E'quanto stima Fermerci che chiede perciò un intervento
emergenziale (in analogia a quelli adottati in favore
dell'autotrasporto, come il Fondo di sostegno da 500 mln di euro
o il taglio delle accise sui carburanti) e una serie di altre
riforme, su norme, investimenti e formazione, per una nuova
'cura del ferro' che riveda quella del 2017. Il primo punto
immediato è quello dell'energia: le aziende del comparto infatti
non posso accedere agli attuali contributi stabiliti dal governo
per le aziende in quanto non acquistato l'energia dai trader ma
dal gestore dell'infrastruttura sottolinea l'associazione.
Nel discussione paper proposto ai suoi stakeholder e che si
concretizzerà in un documento da presentare a tutte le forze
politiche, l'associazione presieduta da Clemente Carta
sottolinea fra i punti su cui intervenire l'ultimo miglio
ferroviario, il Ferrobonus, la digitalizzazione dei processi, la
Formazione del personale di esercizio, incentivi acquisto
locomotori e materiale rotabile, la revisione dei procedimenti
attuativi di sostegno alla logistica ferroviaria. "Questi
interventi sono necessari per il rilancio del settore logistico
ferroviario e fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi
previsti dal Green Deal Europeo" ricorda il presidente Carta.
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