L'Ance esprime "forte preoccupazione per la situazione esplosiva venutasi a creare dopo l'approvazione del decreto legge sulla cessione dei crediti, che non risolve in nessun modo il problema dei crediti incagliati legati ai bonus edilizi. Si tratta di circa 19 miliardi di euro, già maturati, che se non pagati mettono a rischio 115.000 cantieri di ristrutturazione delle case in tutta Italia, oltre 32.000 imprese e 170.000 lavoratori, che raddoppiano se si considera l'indotto". Così il vicepresidente di Ance, Stefano Betti, in audizione presso la commissione Finanze della Camera.
L'Associazione nazionale dei costruttori edili sottolinea che "l'unica soluzione efficace è utilizzare gli F24 a compensazione dei crediti maturati", ma serve anche "attivare immediatamente il circuito degli acquisti da parte di istituzioni e aziende statali". "Non si può pensare - avverte Betti - di sbloccare una situazione così incancrenita, dopo mesi di cambi di normativa e stop and go, con un mero invito alle banche a comprare". "Per favorire il completamento dei lavori già avviati, evitando di creare ingenti danni a famiglie e imprese, occorre migliorare la disciplina transitoria prevista dal decreto", prosegue. "L'effetto complessivo del decreto - prevede Ance - porterà il Paese in recessione, andando oltre l'annullamento della lieve crescita prevista nelle ultime stime della Commissione Ue (+0,8%)". "È quindi fondamentale - conclude Betti - per il futuro della politica di riqualificazione degli edifici poter prevedere, in modo selettivo e in funzione degli spazi di finanza pubblica disponibili, la possibilità di fare cessioni per alcune tipologie di soggetti, in particolare gli incapienti, e/o di interventi".