(ANSA) - ROMA, 14 MAR - Il mondo venatorio è in grado di
generare un valore complessivo di circa 8,5 miliardi di euro
annui in termini economici e ambientali, di cui circa un
miliardo derivante dalla valorizzazione ambientale della caccia.
È quanto emerge dallo studio "Il valore dell'attività venatoria
in Italia", curato da Nomisma, promosso da Federcaccia e
presentato in occasione di un evento in Senato. La ricerca
analizza gli effetti generati, e potenzialmente generabili,
dall'attività venatoria su ambiente, mondo agricolo e
socio-sanitario, comunità ed economia nazionale. Secondo la
ricerca la caccia è in grado di generare "708 milioni di euro di
valore naturale dalle attività per il mantenimento delle aree
umide, degli habitat e la tutela delle aree naturali protette,
rese possibili grazie ai finanziamenti del mondo venatorio". "A
questi - prosegue l'analisi - si sommano 20 milioni di valore
agricolo derivanti dalle spese degli Ambiti territoriali di
caccia per risarcire gli agricoltori dai danni provocati da
alcune specie selvatiche e/o per adottare misure di
prevenzione". Valgono invece 75 milioni i risparmi per la
riduzione dell'impronta ecologica e idrica, prodotte dalla
filiera della carne, tramite la sostituzione della carne da
allevamento intensivo con selvaggina cacciata. Il valore
socio-sanitario del comparto, che corrisponde al danno evitato
per minori ospedalizzazioni e decessi legati agli effetti degli
antibiotici nelle carni d'allevamento o per incidenti con le
specie invasive, è stimato da Nomisma in 124 milioni di euro.
Pari a 7,5 miliardi invece il valore "correlato al settore
armiero e alla domanda di prodotti per l'esercizio dell'attività
venatoria". (ANSA).