(ANSA) - ROMA, 05 APR - Una "crescita moderata", con un pil
2023 al +0,7% e un'inflazione che, a condizione che il prezzo
dell'energia rimanga su livelli inferiori ai massimi raggiunti
nell'estate 2022, è prevedibile scenda nell'anno in corso fino
al 5,1%. Il deficit si attesterà al 5%. Sono alcune delle
previsioni contenute nel Rapporto annuale realizzato da
AreaStudi Legacoop e Prometeia, che contiene anche proiezioni
per gli anni successivi, a partire da quelle relative al pil,
previsto a +0,6% nel 2024 e a +0,9% nel 2025, e all'inflazione,
prevista al 2,2% nel 2024 e al 2% nel 2025.
Secondo il Rapporto, il sistema bancario continuerà a
sostenere lo sviluppo delle imprese, anche se il credito
crescerà a ritmi più bassi rispetto al 2022, anche per
l'incremento dei tassi di interesse. Inoltre, l'assenza di shock
internazionali permetterà al ciclo industriale di ripartire,
mentre gli investimenti finanziati dal Pnrr contribuiranno a
colmare il vuoto creato dal venire meno del Superbonus 110%.
Elemento fondamentale però, si sottolinea è una prosecuzione
senza intoppi dell'attuazione del Pnrr: con un impegno pieno gli
investimenti totali sono previsti in crescita del 2,3% nel 2023
e dello 0,7% nel 2024. In caso contrario, la dinamica
risulterebbe decisamente inferiore (0,3% nel 2023 e 0,5% nel
2024).
"Il boom post pandemico - commenta Simone Gamberini,
presidente di Legacoop - ha mostrato che questo paese è pieno di
energie, ha un dinamismo che cova sotto la cenere ma è bloccato
da strutture arcaiche, regole e scelte sbagliate non solamente a
livello nazionale" "servono misure di spinta coraggiose", "e per
questo ci preoccupa la crisi del Pnrr". "La ripresa post covid
non era un fuoco di paglia, farla spegnere sarebbe un delitto".
(ANSA).