Attualmente presidente del Milan e vicepresidente della banca d'investimento Rothschild & Co., Paolo Scaroni è il manager conosciuto soprattutto per la sua lunga carriera alla guida dell'Eni dal 2005 al 2014. Nove anni di decisioni che hanno orientato verso la Russia l'approvvigionamento energetico italiano e che ancora oggi sollevano per questo qualche polemica.
   Vicentino, 76 anni, bocconiano, si forma da McKinsey e per vent'anni guida diverse multinazionali all'estero senza, però, rimanere immune alle vicende italiane. Nel 2002 il secondo governo Berlusconi lo chiama a dirigere l'Enel. Nel suo primo incarico in un'azienda di Stato, Scaroni si concentra sul core business, cede la controllata Wind e inizia una graduale espansione all'estero, in particolare nell'Est Europa. Tre anni dopo compie il salto nel settore del petrolio e del gas, come Ad di Eni. E' nei primi anni che lavora all'accordo che nel 2007 porterà al maxi contratto con Gazprom. Grande sostenitore del gasdotto South Stream, che avrebbe dovuto portare il gas russo in Europa aggirando l'Ucraina, con Scaroni l'Eni partecipò anche all'asta per gli asset della ex Yukos, il colosso energetico russo smembrato a metà degli anni 2000. Dopo il 2008, con Scaroni partì anche la forte scommessa sull'esplorazione, sotto la guida dell'attuale Ad di Eni Claudio Descalzi. Â
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