Il valore assoluto del debito pubblico tocca un nuovo record ad ottobre, salendo di 23,5 miliardi rispetto al mese precedente e toccando quota 2.867,7 miliardi. E' quanto riporta la Banca d'Italia nel supplemento statistico "Finanza pubblica: fabbisogno e debito". L'incremento riflette quello delle disponibilità liquide del Tesoro (20,5 miliardi, a 52,5), il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (1,2 miliardi), nonché l'effetto degli scarti e dei premi all'emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all'inflazione e della variazione dei tassi di cambio (complessivamente 1,8 miliardi).
Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito consolidato delle amministrazioni centrali è aumentato di 25,9 miliardi, mentre quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 2,3 miliardi. Il debito degli Enti di previdenza è rimasto invece pressoché invariato. La vita media residua è stabile a 7,7 anni. La quota del debito detenuta dalla Banca d'Italia è diminuita al 24,4 per cento (dal 25,0 per cento del mese precedente); a settembre (ultimo mese per cui questo dato è disponibile) quella detenuta dai non residenti è rimasta stabile (al 26,8 per cento), mentre quella in capo agli altri residenti (principalmente famiglie e imprese non finanziarie) è aumentata al 12,7 per cento (dal 12,4 in agosto).
Nei primi dieci mesi dell'anno le entrate tributarie sono state pari a 428,3 miliardi, in aumento del 7,0 per cento (di 27,9 miliardi) rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. E' quanto emerge dai dati contenuti nel supplemento statistico della Banca d'Italia su "Finanza pubblica: fabbisogno e debito". A ottobre le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 40,4 miliardi, in aumento dell'11,0 per cento (4,0 miliardi) rispetto al corrispondente mese del 2022.
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