La richiesta si ripete martellante: trovare una soluzione insieme all'Italia per rafforzare quell'Unione bancaria di cui il nuovo Mes dovrebbe essere un pilastro. Poco meno di un mese dopo la bocciatura espressa dal Parlamento italiano alla ratifica della riforma del fondo salva-Stati, il ministro Giancarlo Giorgetti era l'ospite più atteso sulla scena del primo incontro del 2024 dei titolari delle Finanze dell'Eurozona. La sua spiegazione di quanto accaduto a dicembre, nelle parole del presidente dell'Eurogruppo, Paschal Donohoe, è stata "fattuale e chiara". Ma il quadro non cambia: la mancata ratifica di Roma, viene sottolineato da più parti, non consente agli altri diciannove Paesi di fare progressi per tutelarsi dai possibili effetti di choc bancari. E anche se "fortunatamente", è l'osservazione del direttore generale dello stesso Mes, Pierre Gramegna, non sembrano esserci rischi all'orizzonte, l'economia non è al riparo dai turbamenti provocati da un quadro geopolitico complicato nelle ultime settimane anche dalle tensioni nel Mar Rosso.
Al tavolo di un Eurogruppo insolitamente orfano del duo franco-tedesco formato da Bruno Le Maire e Christian Lindner - entrambi alle prese con le rispettive evoluzioni politiche in Francia e Germania - il sentimento più diffuso espresso dai titolari delle Finanze del club dell'euro è stato il "rammarico". La decisione contraria dell'Italia viene vista dal Mes come "un'opportunità persa per rendere l'Eurozona più resiliente" dandole quel 'backstop' di ultima istanza per le crisi bancarie. Ora però, è l'auspicio del commissario europeo per l'Economia, Paolo Gentiloni, "il rammarico deve tradursi nella spinta" per trovare "una soluzione" e non lasciare i sogni di completare l'Unione bancaria intrappolati in un vicolo cieco. Per questo la volontà espressa dall'Eurogruppo è di "avviare una riflessione" e l'impegno di tutti è quello di "continuare a dialogare" con Roma. Fermo restando che, ha sottolineato Donohoe, "la realtà dalla quale si parte è che il trattato" rimodellato "è stato ratificato dagli altri diciannove parlamenti". Convincere tutti ad apporre modifiche a un testo ormai ratificato, stando a quanto fatto trapelare da una fonte presente al confronto tra i ministri, "sembra difficile".
La strategia allora potrebbe essere quella di "definire una narrativa positiva sul ruolo del Mes affinché il trattato venga ratificato dall'Italia, aiutando il ministro italiano in questa direzione". Un'ipotesi che, pur trovando "la disponibilità al dialogo" con Giorgetti di tutte le altri capitali, richiederebbe comunque tempo e potrà assumere contorni più concreti soltanto nei prossimi mesi. Quando, ha assicurato Donohoe, il tema tornerà sul tavolo.
A tenere banco nelle settimane a venire sarà invece per tutti il quadro macroeconomico del Vecchio Continente. La preoccupazione che la tensione nel Mar Rosso peggiori e abbia conseguenze è, nella visione di Gentiloni, del tutto fondata e verrà valutata nelle prossime previsioni economiche d'inverno che Bruxelles svelerà il 15 febbraio. A tenere in apprensione sono anche le difficoltà della Germania - che continua ad arrancare alimentando il timore di un rallentamento generalizzato di tutti i Ventisette - e un possibile riacutizzarsi dell'inflazione che congelerebbe le speranze di avviare un ciclo di ribasso dei tassi da parte della Bce. Davanti alle prospettive incerte, l'adagio Ue rivolto ai Paesi membri e all'Europarlamento è di chiudere "il prima possibile" l'accordo sul nuovo Patto di stabilità. Dopo l'intesa politica raggiunta a dicembre dai ministri delle Finanze, ora l'iter legislativo entra nel clou, con i negoziati che, previo l'ok della plenaria dell'Eurocamera, potrebbero prendere il via già questa settimana.
Gentiloni: 'C'è rammarico. Spinta a trovare una soluzione'
"Certamente c'è rammarico per la decisione" sul Mes "ma, come si dice, il Parlamento è sovrano.
Penso che però il rammarico debba tradursi anche nella spinta per trovare il modo per risolvere questa questione, perché non possiamo evitare una possibilità di utilizzo di queste risorse che peraltro è sostenuta dalla quasi totalità dei Paesi". Lo ha detto il commissario europeo per l'Economia, Paolo Gentiloni, arrivando all'Eurogruppo.
"Quindi c'è rispetto per la scelta del Parlamento, rammarico, volontà di andare avanti", ha sintetizzato Gentiloni. ologhi dell'Eurozona e la presidente della Bce, Christine Lagarde.
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