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Ceo Engineering Brasile, 'l'algoritmo IA evoluto pone quesiti'

Ceo Engineering Brasile, 'l'algoritmo IA evoluto pone quesiti'

'Tocca per la prima volta il linguaggio che è base dell'umano'

SAN PAOLO, 29 novembre 2024, 15:04

Redazione ANSA

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L'intelligenza artificiale è uno dei grandi temi di attualità ma è una realtà che esiste da quasi un secolo. Tuttavia oggi se ne parla molto per almeno per un paio di ragioni secondo il Ceo di Engineering Brasile, Filippo Di Cesare. Sia perché per la prima volta l'IA tocca "il linguaggio, alla base della nostra evoluzione e proprio dell'essere umano", sia perché "tecnicamente è la prima volta che un algoritmo è capace di svolgere più compiti".
    "Il linguaggio - spiega Di Cesare - è qualcosa di propriamente umano. Solo il genere umano ha un vero linguaggio, che è alla base della sua evoluzione culturale, delle teorie, di tutto quello che siamo oggi. E' l'unica cosa di veramente vicino all'essere umano e all'intelligenza". E se da un lato il linguaggio é qualcosa di propriamente umano, dall'altro é strettamente correlato all'intelligenza.
    "Abbiamo, infatti ad esempio, studi che mostrano come il quoziente di intelligenza dell'umanità stia calando per la prima volta da tempo - evidenzia il manager -. Molto è imputato al fatto che il vocabolario, la ricchezza del linguaggio sta diminuendo. Questo è legato anche, probabilmente, ai social network, appuntati tra i responsabili. Le persone scrivono e leggono poco, usano emoji, abbreviano il testo, si restringe la complessità del pensiero e l'intelligenza. Quindi, nella misura in cui abbiamo inventato un'intelligenza che riesce a parlare senza essere di fatto differenziata dall'umano e tocca il linguaggio da vicino, la viviamo come qualcosa di molto umano e simile a quello che è intelligente".
    "Dall'altro lato, tecnicamente è la prima volta che un algoritmo costruito per fare una cosa riesce a comprendere il contesto, il mondo, e ad avere altre abilità, come tradurre, sviluppare codici IT. Non era mai successo. E ancora non sappiamo bene come accada, dobbiamo capirlo", commenta Di Cesare, evidenziando che "l'IA è sempre stata qualcosa di specifico, capace di fare solo una cosa e bene, e prima d'ora non riusciva a svolgere altri compiti diversi da quello per cui era stata progettata".
   

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