E' scaduto a mezzanotte il termine per la presentazione delle offerte vincolanti per l'acquisizione del gruppo ex Ilva e dell'acciaieria di Taranto. "Sono pervenute dieci offerte per l'acquisizione degli stabilimenti ex Ilva". Lo comunicano i commissari straordinari di Acciaierie d'Italia in Amministrazione straordinaria (As) e di Ilva in As. Tra le offerte ricevute, indica una nota, tre sono per tutti i complessi aziendali: cordata Baku Steel Company Cjsc + Azerbaijan Investment Company Ojsc, Bedrock Industries management Co Inc e Jindal Steel International. Sette invece le offerte interessate a singoli asset, tra cui dai gruppi Marcegaglia, Eusider e Sideralba. I commissari "si riservano un periodo di tempo congruo per esaminare attentamente tutte le proposte ricevute".
IL PUNTO | Per l'Ilva di Taranto arrivano le offerte dei Big
A mezzanotte è scaduto il termine per la presentazione delle offerte vincolanti per l'acquisizione del gruppo Ilva e dell'acciaieria di Taranto. E' la terza volta che il gruppo siderurgico, un tempo di stato, passa di mano. I primi proprietari privati furono nel 1995 i Riva, poi nel 2017 arrivarono gli indiani del gruppo Arcelor Mittal, adesso la procedura si ripete. A differenza della gara precedente, in questo secondo round i gruppi italiani sembrano aver scelto il basso profilo, l'ipotesi di una "cordata italiana", che otto anni fa sembrava la favorita (salvo essere scalzata in drittura d'arrivo), questa volta non è nemmeno stata tentata. Dopo la presentazione delle manifestazioni di interesse, a visitare gli asset in vendita, in questi mesi, sono stati soprattutto gruppi stranieri non europei. Fra poche ore si saprà con certezza quanti dei 15 "interessati" si sono spinti a presentare un'offerta vincolante. Il termine per la presentazione delle offerte, non è perentorio e i Commissari possono valutare anche offerte vincolanti pervenute successivamente.
Salvo sorprese, al momento, in pole position ci sarebbe il gruppo Azero Baku Steel, interessato a tutti gli asset. Gli Azeri puntano ad acquistare il 100% del capitale di Acciaierie per l'Italia, acquisendo tutti i siti italiani, oltre a Taranto anche Novi Ligure e Cornigliano però vorrebbero poter istallare una nave rigassificatrice in uno dei due mari di Taranto, il Mar Grande, considerato prezioso per la varietà di flora e fauna marina. La nave rigassificatrice che potrebbe ottimizzare il gas proveniente proprio dall'Arzebaijan attraverso il gasdotto Tap, consentirebbe alla società di avere energia a basso costo.
L'altro concorrente è Vulcan Green Steel del gruppo Jindal, mentre sembrano in calo le quotazioni dei canadesi di Stelco Holding, degli ucraini di Metinvest (che hanno appena investito a Piombino) e del fondo americano Bedrock.
Un prezzo minimo di offerta è stato fissato interno a 1,8 miliardi. I commissari straordinari di Acciaierie d'Italia Giovanni Fiori, Giancarlo Quaranta e Davide Tabarelli hanno inoltre definito cinque requisiti essenziali in mancanza dei quali l'offerta sarà scartata. Il nuovo proprietario dovrà soddisfare: lo sviluppo della produzione siderurgica in Italia, realizzare la decarbonizzazione dei siti, tutelare i livelli occupazionali, sostenere le comunità locali e garantire la continuità operativa degli impianti.
Con ogni probabilità il gruppo Marcegaglia presenterà un offerta per alcuni asset, secondo fonti vicine al dossier il gruppo mantovano presenterà un'offerta per i tre siti ex Ilva destinati alla produzione di tubi: Socova a Sénas in Francia (a Marsiglia il gruppo ha recentemente acquisito lo stabilimento di Fos-sur-Mer); Racconigi, ma in questo caso in cordata con altre due realtà della siderurgia italiana, Profilmec Group ed Eusider; e Salerno, in cordata con Sideralba, partner di Marcegaglia anche per il sito in Tunisia.
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