- Non solo il contante e l'utilizzo dei paradisi fiscali, la criminalità organizzata ora ricorre anche "alle valute virtuali" per "il reinserimento dei proventi illeciti nell'economia regolamentata". E' quanto afferma il direttore della Uif Claudio Clemente nel rapporto sul 2017 secondo cui le valute virtuali "si prestano anche a utilizzi illeciti o criminali, oltre ad esporre gli utenti a notevoli rischi di frode e perdite di valore".
Il naturale esaurirsi della voluntary disclosure (scadenza il 2 ottobre 2017) ha fatto lievemente calare le segnalazioni di operazioni sospette alla Uif (unità di informazione finanziaria presso la Banca d'Italia) nel 2017. Secondo il rapporto presentato oggi sono state 93.820 che, al netto della voluntary, vedono un +9,7%. "Il primo semestre - afferma il direttore della Uif Claudio Clemente - con 50mila unità conferma la tendenza all'aumento"