"Il dato sull'andamento dei prezzi rappresenta un ulteriore salto indietro nel tempo, con valori così elevati, sia in termini di profili mensili sia annuali, che non si registravano dalla fine degli anni '80, e non consola sapere che il dato italiano è allineato a quanto si rileva nel complesso dell'area euro (+8,6% tendenziale a giugno)". È questo il commento dell'Ufficio Studi Confcommercio alla stima provvisoria dei prezzi a giugno diffusa dall'Istat.
È "sempre più concreta la possibilità di un'inflazione, nella media del 2022, superiore al 7% e di un rientro molto graduale nel 2023". "Se, al momento, gli effetti sui consumi appaiono ancora limitati - conclude Confcommercio - è molto probabile che da settembre le famiglie saranno costrette a una selezione degli acquisti, con gravi effetti negativi sui consumi e, quindi, sul Pil".