(ANSA) - ROMA, 09 GEN - È l'incertezza la grande protagonista
dello scenario economico per il 2023. E' quanto emerge da una
indagine realizzata da Cna presso circa mille imprese, secondo
cui caro-energia e inflazione sono le principali criticità.
Oltre sei imprenditori su 10 non formulano previsioni
sull'economia italiana, il 13,5% prevede una recessione mentre
uno su quattro prevede che l'Italia continuerà a crescere anche
se in rallentamento. Alla grande incertezza le imprese
rispondono con prudenza e cautela, evidenzia la confederazione
degli artigiani: quasi il 40% degli intervistati dichiara che
ridurrà gli investimenti e quasi uno su tre prevede una discesa
del fatturato. Nel complesso è prevista una tenuta dei livelli
occupazionali: il 66,5% indica stabilità degli organici, il 21%
una diminuzione del personale e il 12,5% un incremento.
"L'attesa sforbiciata agli investimenti rappresenta un
campanello d'allarme per la competitività del tessuto delle
imprese. Un segnale a governo e Parlamento per consolidare e
potenziare gli strumenti di incentivazione per innovare e
rafforzare il patrimonio produttivo. Un motivo in più per
accelerare la messa a terra degli investimenti previsti dal
Pnrr", afferma la Cna.
Secondo il 65,5% delle imprese il caro-energia rappresenta la
principale minaccia alla crescita, e oltre alle bollette c'è
forte preoccupazione sul prezzo dei carburanti. Subito dopo le
spinte inflazionistiche per il 47,7% degli intervistati. Il
41,8% indica la mancata attuazione degli investimenti del Pnrr e
il 39,7% il venir meno delle politiche di sostegno all'economia.
Dalle risposte delle imprese non emergono timori legati a una
eventuale recrudescenza della pandemia mentre una su tre lamenta
difficoltà nel reperimento di personale specializzato. (ANSA).