(ANSA) - ROMA, 17 GEN - L'inflazione "rallenta a dicembre, ma
il 2022 si chiude comunque con un aumento del +8,1%, il più
ampio dal 1985. Una cavalcata dei prezzi che pesa soprattutto
per le famiglie meno abbienti, per le quali l'incremento
dell'inflazione nell'anno trascorso è stimabile al +16%. Ed il
quadro per il 2023 resta comunque incerto, con una variazione
dell'indice dei prezzi che si manterrà comunque sopra il tetto
del +5%". Così Confesercenti, in una nota, commenta i dati
Istat, chiedendo al governo di sostenere la domanda interna.
Le prospettive per l'anno in corso, dunque, "restano
difficili: l'Italia ha il 41% dei propri consumi energetici
concentrati sul gas, ed è stato il Paese più colpito dalla crisi
energetica in Europa. Nonostante le ipotesi ottimistiche di
rientro della situazione, i prezzi dell'energia saranno in
media, nei prossimi anni, superiori di oltre il 150% rispetto
sia al periodo che va dal 2009 ad oggi sia a quello antecedente
la crisi finanziaria. Il 2023 presenta, quindi, molte incognite
per famiglie ed imprese: inflazione e caro energia hanno eroso
le scorte di risparmi dei cittadini - prosegue - e la situazione
non si stabilizzerà, almeno nei primi mesi dell'anno, neanche
sul fronte del mercato delle materie prime alimentari oltreché
dell'energia".
Per questo "auspichiamo che il governo intensifichi il
sostegno della domanda interna, con il proseguimento delle
misure a favore di famiglie ed imprese. A partire dalla
pressione fiscale: bene il mini-taglio del cuneo fiscale
inserito in manovra, ma occorre fare di più per avere effetti
più sostanziali sulla spesa delle famiglie. Come chiediamo da
anni, si potrebbe intervenire sulla detassazione degli aumenti
retributivi, un provvedimento che darebbe una spinta alla
ripartenza della contrattazione e, quindi, ai salari", conclude
Confesercenti. (ANSA).