(ANSA) - VENEZIA, 04 FEB - Gli ultimi dati disponibili sul
"residuo fiscale" evidenziano come nel rapporto dare-avere tra
lo Stato centrale e i territori la gran parte delle regioni del
Nord presentino un valore negativo. In altri termini,
"devolvono" in solidarietà agli altri territori e al bilancio
pubblico più di quanto ricevono dal centro. Lo rileva la Cgia.
Secondo l'associazione degli artigiani di Mestre, considerando
le ipotesi elaborate dalla Banca d'Italia nello studio del 2020
"L'economia delle regioni italiane. Dinamiche recenti e aspetti
strutturali", in quella meno "onerosa" economicamente per le
regioni virtuose emerge che, nel 2019, ciascun abitante di
Veneto, Emilia R. e Lombardia - vale a dire le Regioni che hanno
già firmato un patto con l'Esecutivo per ottenere l'autonomia
differenziata - ha "alimentato" le casse pubbliche e il resto
del Paese rispettivamente con 2.680 euro, 2.811 euro e 5.090
euro. Le regioni del Sud presentano, invece, un risultato
positivo; essendo maggiormente in difficoltà economica rispetto
al resto del Paese, i flussi finanziari che ricevono sono
superiori alle risorse economiche che "versano" allo Stato
centrale. La Campania, ad esempio, sempre nel 2019 ha registrato
un "saldo" pro capite pari a +1.380 euro, la Puglia +2.440 euro,
la Sicilia +2.989 euro e la Calabria +3.085 euro.
Secondo la Cgia: "L'esistenza di un residuo fiscale
eccessivamente negativo costituisce una delle motivazioni alla
base della richiesta di autonomia differenziata delle tre
amministrazioni regionali. Anche se con sfaccettature diverse,
tutte, comunque, in linea di principio sono consapevoli che il
centralismo statale abbia accentuato le disparità tra i
territori". E per l'associazione degli artigiani di Mestre: "nel
rispetto di quanto è previsto dalla Costituzione italiana, i
territori che chiedono di gestire in autonomia nuove funzioni e
competenze devono essere messi nelle condizioni di farlo".
(ANSA).