(ANSA) - ROMA, 09 FEB - Su 194 Paesi analizzati da Sace il
livello di rischio del credito diminuisce per 57, restano
stabili 72 Paesi, mentre in 65 si registra un aumento. In
particolare nei Paesi dell'Europa emergente e della Comunità
degli stati indipendenti il rischio di credito "risente della
pesante escalation della crisi russo-ucraina". Più in generale,
spiega Sace, le principali geografie avanzate "presentano un
profilo creditizio invariato, con una crescita in rallentamento
e conti pubblici frenati dall'onere del sostegno a famiglie e
imprese per la pandemia e il caro bollette energetiche, come nel
caso di Germania e Francia. Bene Portogallo e Grecia, che lo
scorso anno ha rimborsato anticipatamente il debito con il Fondo
monetario internazionale ed è uscita dal programma di
sorveglianza della Commissione europea". In Medio Oriente,
rileva lo studio, i Paesi produttori di commodity dell'energia
hanno registrato un immediato beneficio dall'aumento dei prezzi,
con ricadute positive sulle finanze pubbliche, come Arabia
Saudita, Emirati Arabi Uniti e Oman. Bene l'India che grazie al
"progressivo consolidamento fiscale e a una robusta crescita
economica" si posiziona tra i best performer dei principali
mercati globali. "Rischi bancari e corporate sono in aumento"
invece "in Paesi come la Cina, caratterizzati da un elevato
livello di debito privato". (ANSA).