(ANSA) - ROMA, 01 MAR - I bonus edilizi pesano come spesa
pubblica direttamente nel primo anno di avvio, senza essere
invece spalmati nell'arco degli anni previsti dalla detrazione.
E' questo il 'verdetto' a cui sono giunti Istat ed Eurostat per
calcolare l'impatto sui conti pubblici dei crediti d'imposta, a
partire dal Superbonus, per il quale il governo Meloni ha deciso
a febbraio di eliminare i meccanismi di sconto in fattura e
cessione del credito, cercando in questo modo di limitarne
proprio l'effetto sul deficit.
Dai dati Istat diffusi oggi emerge dunque l'impatto sul 2021
(anno chiuso con il deficit al 9%) e soprattutto sul 2022, che
rispetto alle stime del 5,6%, ha invece registrato un deficit
dell'8%. Nel 2023 e negli anni a seguire, considerando lo stop
alle cessioni e la nuova classificazione statistica, il peso
sull'indebitamento dovrebbe invece essere decisamente inferiore,
lasciando più spazio di manovra per eventuali altri interventi
di politica economica.
La differenza sta nella classificazione del credito, se sia
cioè da considerare 'pagabile' o 'non pagabile'. Nel caso in cui
vi siano limiti alla fruibilità del credito, il credito è
definito come "non pagabile", quindi da registrare nei conti
pubblici come minore entrata nel momento del suo utilizzo. Nel
caso in cui, invece, esista una ragionevole certezza che, nel
corso del tempo, il credito sarà utilizzato nella sua interezza,
il credito fiscale è da ritenersi "pagabile" e quindi deve
essere registrato come spesa delle amministrazioni pubbliche,
per un ammontare pari all'intero importo maturato, nell'anno di
sostenimento della spesa agevolata. Quando la misura è
classificata "non pagabile", l'impatto è diluito negli anni di
utilizzo del credito fiscale; quando la misura è classificata
"pagabile", l'impatto sull'indebitamento delle amministrazioni
pubbliche si concentra invece esclusivamente nel primo anno.
"Alla luce del nuovo quadro interpretativo e a seguito
dell'esito degli approfondimenti metodologici condotti
congiuntamente da Istat e Eurostat, - spiega l'Istituto di
statistica - è mutato il trattamento contabile del Superbonus
110% e del cosiddetto bonus facciate a partire dall'anno di
stima 2020. Entrambi i crediti di imposta sono ora classificati
come crediti di imposta di tipo pagabili e registrati nel conto
consolidato delle amministrazioni pubbliche come spese per
l'intero ammontare, ossia nel momento di sostenimento della
spesa di investimento agevolata. Nelle precedenti stime,
entrambe le agevolazioni erano state classificate come crediti
di imposta di tipo non pagabili ed erano quindi registrate come
minor gettito nell'anno di utilizzo del credito (quindi, come
minore entrata tributaria)". (ANSA).