(ANSA) - ROMA, 06 MAR - "Quando si parla di Made in Italy, si
pensa spesso all'esportazione. Anche noi esportiamo il Made in
Italy ma lo facciamo in modo diverso. Non vendiamo beni
all'estero ma attraverso i clienti stranieri che soggiornano
presso di noi". Lo dice il direttore di Federalberghi Alessandro
Nucara durante l'audizione alla Commissione Attività produttive,
in merito all'indagine conoscitiva sul Made in Italy, la
valorizzazione e lo sviluppo dell'impresa italiana nei suoi
diversi ambiti produttivi.
Federalberghi sottolinea che prima della pandemia il contributo
offerto dal settore dei viaggi e del turismo al prodotto interno
lordo italiano era di circa 269,8 miliardi di dollari, pari al
13,1% del pil. "La spesa totale degli stranieri nel nostro Paese
- ricorda Nucara - è stata pari nel 2019 a 44,3 miliardi di
euro. Gli esercizi ricettivi italiani ospitano ogni anno più di
430 milioni di pernottamenti. Il settore offre lavoro a 1,8
milioni di persone, di cui circa 1,3 milioni di lavoratori
dipendenti". Gli esercizi ricettivi italiani ospitano ogni anno
più di 430 milioni di
pernottamenti. Il settore offre lavoro a 1,8 milioni di persone,
di cui circa 1,3 milioni di lavoratori dipendenti. "Il turismo -
dice Nucara - lavora per l'Italia, il turismo dà lavoro
all'Italia. E, se sapremo assecondarne lo sviluppo, ne potrà
dare sempre di più".
Nucara spiega che Federalberghi ha predisposto e inviato alla
Commissione un documento molto articolato che propone più di 100
misure su questo argomento ma nell'audizione ha scelto di
concentrarsi su 4 punti. "Il primo - spiega - è la
riqualificazione dell'offerta: l'offerta turistico ricettiva
italiana ha registrato, negli ultimi trent'anni, un costante
miglioramento: è cresciuta la dimensione media degli alberghi, è
aumentato il numero di strutture appartenenti alle
categorie medio alte. Il Pnrr ha destinato importanti risorse ma
non sono sufficienti perché il mercato pullula di competitor
agguerriti, spesso favoriti da una struttura dei costi
notevolmente più snella. Chiediamo quindi - dice - un sostegno
agli investimenti che potrebbe avvenire con un sistema
autofinanziato dal settore e in particolare facendo leva su
quelle che sono le risorse dell'imposta di soggiorno che in
parte dovrebbe essere destinate a questa finalità".
Il secondo punto è un mercato ordinato. "In questo momento -
ricorda Nucara - il panorama italiano è inquinato da centinaia
di strutture abusive grazie all'assenza di controlli e
all'assenza di regole. E' una concorrenza sleale che danneggia
sia le strutture ricettive tradizionali come gli alberghi ma
anche le imprese che svolgono la ricettività adottando formule
nuove ma nel rispetto delle regole. Ribadiamo che serve "stesso
mercato con stesse regole". C'è posto per tutti, il mercato è in
crescita ma ci deve essere posto solo per chi le regole le
rispetta. Chiediamo di adottare per l'Italia la soluzione di
Venezia che permette ai sindaci di controllare le imprese".
Il terzo punto è l'energia. "La situazione - spiega - sta
migliorando fortunatamente ma siamo ancora sopra i livelli del
2022 sia per le luce che per il gas. Bisogna dare la possibilità
di mettere sistema alternativi, penso al fotovoltaico ma ce ne
sono anche altri. All'interno dei centri storici è molto molto
difficile dotarsene". Ultimo punto il turismo balneare e in
particolare il fatto di assicurare la sopravvivenza delle
imprese che operano sulle aree demaniali. "La grande incertezza
che aleggia sul rinnovo delle concessioni, di per sé fonte di
grandi problemi, assume una dimensione ancor più gravosa quando
l'attività svolta su suolo demaniale è strettamente connessa con
un'altra attività d'impresa, come accade per le spiagge
destinate ad accogliere i clienti delle strutture ricettive"
spiega. Quindi Federalberghi chiede "una tutela rafforzata per
questi casi" e di tener conto delle esigenze delle aziende che
gestiscono una pluralità di strutture (per le quali è necessaria
una spiaggia per ogni albergo o campeggio) e le aziende di più
grandi dimensioni (che necessitano di spiagge di dimensioni
adeguate alla capacità ricettiva). (ANSA).