(ANSA) - ROMA, 13 MAR - "Per ottenere risposte dal Fisco sarà
previsto un pagamento da parte dei contribuenti. La misura
francamente sconcertante è nella bozza della legge delega sulla
riforma fiscale, in arrivo in Consiglio dei Ministri". Lo
denuncia l'Associazione nazionale forense, spigando che
l'intervento è contenuto nell'articolo 4 della bozza con
l'obiettivo di "limitare il ricorso all'interpello all'Agenzia
delle Entrate, che vorrebbe invece arroccarsi nella propria
torre d'avorio".
"Non si può fare cassa su uno strumento che è indispensabile
ogni giorno a migliaia di cittadini e professionisti. Si trovino
più risorse per l'Agenzia delle Entrate, ma non imponendo una
gabella su un servizio che ha la funzione di dare indicazioni e
spiegazioni al contribuente, utile specialmente in ottica
deflattiva rispetto a futuri contenziosi"dichiara il segretario
generale dell'Anf Giampaolo Di Marco.
"Vi è indubbiamente una mole non indifferente di interpelli, nel
2022 sono state fornite da parte dell'Agenzia delle Entrate
circa 18.000 risposte, ma - aggiunge Di Marco - il personale
dell'Agenzia delle Entrate e delle altre Agenzie fiscali
dovrebbe lavorare al servizio dei contribuenti e dei cittadini.
Nella legge delega poi c'è anche dell'altro: verrebbe limitata
la possibilità di presentazione degli interpelli all'Agenzia
delle Entrate alle sole questioni che non hanno già soluzioni in
documenti interpretativi già pubblicati. Ma se l'obiettivo è
quello di valorizzare il principio di certezza del diritto,
sfugge come il pagamento di un contributo per la richiesta di
chiarimenti si avvicini a tale fine".
L'Anf auspica che Governo e Parlamento "si rendano conto del
grave errore che rischiano di fare, perché una legge di riforma
fiscale che parte con un fisco più rapace, con misure vessatorie
come quella che limita con gabelle i diritti dei cittadini, non
è certo un buon viatico" (ANSA).