(ANSA) - ROMA, 17 GEN - Far sì che i crediti d'imposta
derivanti dagli interventi ammessi a Superbonus 110% siano
"riportati a nuovo, ai fini del loro utilizzo in compensazione,
sino al sesto periodo di imposta successivo a quello di
competenza". È una delle proposte avanzate dal Consiglio
nazionale dei commercialisti, oggi in audizione nella
Commissione Finanze del Senato, in merito all'Indagine
conoscitiva sugli strumenti di incentivazione fiscale con
particolare riferimento ai crediti di imposta. Secondo i
professionisti, la cui delegazione era composta dal tesoriere
del Consiglio nazionale Salvatore Regalbuto e dal coordinatore
dell'area fiscalità della Fondazione nazionale della categoria
Pasquale Saggese, "questa soluzione operativa ha il pregio,
rispetto all'attuale situazione normativa, di consentire di non
modificare le condizioni di sconto applicate dalle banche ai
cedenti in sede di acquisto, ma al tempo stesso di incidere
positivamente sulla capacità di acquisto dei crediti da parte
delle banche, che possono in tal modo ampliare le stime dei
propri plafond di acquisto, rispetto a quelle attualmente
formulate con un approccio ultra-prudenziale. Con la
riportabilità sino al massimo al sesto anno successivo, viene
nella sostanza confermato l'orizzonte temporale di "diluizione"
da 4 a 10 anni prevista dall'attuale formulazione normativa".
Inoltre, per "consentire lo sblocco dell'ingente stock di
crediti rimasti incagliati nei cassetti fiscali di imprese e
privati cittadini", i commercialisti hanno proposto anche che
"almeno per i crediti d'imposta relativi alle comunicazioni di
cessione o di sconto in fattura relative ad interventi eseguiti
fino al 31 dicembre 2022, sia previsto un meccanismo transitorio
e straordinario che consenta agli operatori finanziari (banche,
assicurazioni, etc) di ampliare la capacità di acquisizione di
crediti mediante la compensazione con le imposte che la
generalità dei loro clienti versano per il loro tramite, per una
quota ritenuta ragionevole e sostenibile". Una idea, ha
sottolineato Regalbuto, "peraltro già condivisa dalle principali
associazioni delle banche e dei costruttori edili", proponendo,
poi, di eliminare il limite al numero massimo di cessioni che le
banche e gli altri operatori qualificati possono effettuare.
(ANSA).