C'è ''un'ipotesi di lavoro per una flessibilizzazione del pensionamento per chi perda il posto'' allo studio del governo. Così il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, al videoforum di Repubblica Tv. Il ministro annuncia ''dalla prossima settimana l'apertura di un confronto con l'Inps e le commissioni Lavoro per gli esodati'' e non solo. ''Ci sono tante imprese che sarebbero disponibili ad anticipare una buonuscita perché hanno bisogno di ricambio'', osserva Poletti. ''Sto lavorando a un'idea molto semplice, - spiega - ti manca un anno al pensionamento? Ti dò un assegno che non è la pensione fino a quando raggiungi i termini. Per questo anno la tua impresa continua a pagare i contributi previdenziali come tu fossi tornato a lavorare e l'assegno che ti ho dato un po' me lo restituisci nei tuoi 30 anni di pensione e un po' te lo paga lo Stato''.
Quando è stata approvata la riforma Forneso, dice ancora Poletti, ''l'Italia rischiava la bancarotta'', ma si sono prodotte "delle ingiustizie gravi''. ''A partire da un lavoro avviato dal ministro Giovannini stiamo tentando di costruire una soluzione che riguardi tutti gli esodati''. Per realizzare uno scivolo verso la pensione ''le risorse necessarie sono tante e dobbiamo decidere dove metterle. Credo che abbiamo il dovere di postarle innanzitutto nei confronti di quelle persone che non hanno reddito, che hanno perso il lavoro e non sono arrivate alla pensione'', osserva il ministro.
Poletti parla anche del capitolo lavoro: ''Il contratto a tempo indeterminato - ha detto - deve costare di meno di quello a termine'' di almeno il 10%. Il ministro afferma che sulla legge delega ''se il Parlamento entro fine anno chiuderà la parte che gli compete, noi saremo in grado entro metà 2015 di concludere'' la riscrittura del codice del lavoro. ''Vogliamo rivoluzionare tutto l'impianto'', spiega Poletti, con una ''drastica riduzione del numero di contratti di lavoro''. ''Avremo bisogno di un contratto temporaneo, perché ci sono attività stagionali o con picchi, e di un contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti'', osserva il ministro, sottolineando l'importanza che siano ''in equilibrio dal punto di vista dei costi''. ''L'imprenditore deve potere e dover scegliere o il tempo indeterminato perché gli conviene o il termine perché lo lascia più libero'', conclude.Â
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