Si stringe il cerchio attorno a 'John', il jihadista dal'accento inglese ritenuto il boia del giornalista americano James Foley, secondo il Daily Telegraph, segnalando alcune novità sulle indagini in corso nel Regno Unito e rispetto alla situazione sul terreno dove, scrive il giornale sull'edizione online citando un ex capo dell'MI6, le forze speciali britanniche Sas sono in standby, pronte alla cattura.
Intanto cominciano ad emergere i primi nomi che, afferma il Telegraph, potrebbero rivelarsi chiave per identificare John: ci sarebbe un medico dell'est di Londra che era stato arrestato con il sospetto di essere coinvolto nel rapimento nel 2012 di un giornalista britannico ma poi rilasciato per mancanza di prove, scrive il giornale. Suo fratello che sembrerebbe essere in una lista di possibili jihaditi britannici su cui i servizi di sicurezza puntano per risalire al boia di Fole. Ma anche un trentenne del'ovest di Londra ex membro di una gang, che si sospetta essere fuggito in Siria per unirsi alla jihad o un ex rapper sempre dell'ovest di Londra che lo scorso anno era partito per la Siria.
La mail alla famiglia di James
"Quanto a lungo la pecora seguira' il pastore cieco?": comincia cosi' la e-mail alla famiglia di James Foley con cui lo Stato islamico (Isis) ha annunciato il 12 agosto che avrebbe eseguito "l'esecuzione" del giornalista americano. Il filmato della barbara decapitazione e' stato poi diffuso una settimana più tardi, il 19 agosto. Il GlobalPost, la testata con cui collaborava il reporter, ha diffuso il testo della mail, con l'autorizzazione della famiglia. Si tratta, di un "messaggio al governo americano e al suo popolo di cittadini-pecore".
"Vi abbiamo lasciati stare sin dalla vostra vergognosa sconfitta in Iraq", si legge nel testo, in cui si afferma inoltre che "la feccia della vostra societa' che viene tenuta prigioniera da noi ha tentato di entrare nella tana del leone ed e' stata divorata". "Vi sono state date molte occasioni di negoziare il rilascio della vostra gente, con transazioni finanziarie, come altri governi che hanno accettato" ha scritto ancora l'Isis, ma GlobalPost precisa che in realta' dopo oltre un anno da rapimento senza alcun contatto, il primo messaggio dei rapitori e' arrivato il 26 novembre 2013, con una richiesta di denaro. Dopo che e' stato provato che proveniva da chi deteneva davvero James Foley, e' arrivata una sola richiesta di 100 milioni di euro o il rilascio di prigionieri non precisati da parte degli Usa.
"Ora siete tornati nuovamente a bombardare i musulmani in Iraq, questa volta con attacchi aerei e 'eserciti per procura', rimanendo in maniera codarda lontano da un faccia a faccia", affermano ancora i sequestratori, che si dicono "assetati del vostro sangue", e affermano infine che "voi e i vostri cittadini pagherete il prezzo dei vostri bombardamenti. Il primo dei quali sara' il sangue del cittadino americano James Foley! Sara' eseguita la sua esecuzione, come un risultato diretto delle vostre trasgressioni nei nostri confronti".
Il link al sito del Global Post dove è pubblicato il testo della mail
Blitz fallito era simile a quello della cattura di Bin Laden
Nel blitz con cui le forze americane a luglio avevano tentato di liberare Foley in Siria sarebbero state utilizzate tattiche simili a quelle impiegate per la cattura di Osama bin Laden. Lo scrive il Daly Telegraph, riferendo il racconto di un testimone sul post il 4 luglio - il giorno dell'Indipendenza degli Stati Uniti -, quando sembra sia stata effettuata l'operazione. Il testimone, un residente di Raqqa, nell'est della Siria, ha riferito al giornale che aveva gia' pubblicato il suo resoconto su Facebook, ma che fu immediatamente rimosso dal social network. ''Il commando si e' calato da elicotteri silenziosi: non si sentiva il rumore dei motori'', ha raccontato il testimone secondo cui la missione avrebbe preso il via poco dopo mezzanotte e avrebbe avuto come obiettivo una 'base' considerata una roccaforte dell'Isis nella zona e nota , ha detto, come 'campo Osama bin Laden'.
Napolitano a Obama: 'Gesto agghiacciante'
"Ho appreso con vero orrore la notizia del barbaro assassinio del giornalista Foley. Desidero esprimere la più ferma condanna nei confronti di un atto agghiacciante ed esecrabile, che richiama un tenebroso e lontano passato calpestando il supremo valore della vita umana". Lo scrive Giorgio Napolitano al Presidente americano Obama.
Papa chiama i genitori di Foley
Papa Francesco ha raggiunto John e Diane Foley, i genitori di James, nella loro casa di Richmond in New Hampshire per consolarli della loro perdita. "La famiglia e' stata commossa e grata", ha riferito su Twitter il gesuita americano padre James Martin che aveva appreso della telefonata da una fonte vaticana ed era stato autorizzato a diffondere la notizia.
Pope Francis phoned the family of #JamesFoley this afternoon at their residence in New Hampshire. The family was "moved and grateful."
— James Martin, SJ (@JamesMartinSJ) 21 Agosto 2014